Non resta più nulla a unire i gialloverdi

Non resta più nulla a unire i gialloverdi

Il primo di tutti i bluff è ormai svelato, l'ultimo tabù abbattuto. Il contratto di governo, unica bussola di un'alleanza politica che non ha la forza di chiamarsi tale, non serve a nulla. Lo hanno ignorato (flat tax al 15 e al 20% per tutti), lo hanno smentito nei fatti (riduzione della spesa pubblica e crescita economica), lo hanno radicalmente tradito (riconversione dell'Ilva), lo hanno diversamente interpretato (Tav, prescrizione, quorum per il referendum...). Non c'è nulla di vincolante, nel contratto grillinleghista. Non c'è nulla di superiore alla convenienza politica del momento. I leader ne fanno l'uso che credono, il Movimento 5stelle lo utilizza per ridurre al silenzio il dissenso interno. «Chi non sostiene il contratto di governo si mette fuori dal Movimento, noi siamo gente seria che rispetta gli impegni presi con gli elettori», ha detto Giggino Di Maio per giustificare l'espulsione di De Falco e soci.

Si sa che i programmi di governo risentono sempre dei cambiamenti di contesto politico, economico e sociale. Ma nel caso del «contratto» gialloverde il problema è a monte. Per due ragioni. La prima è che è stato scritto prescindendo completamente dalle esigenze concrete dell'Italia nel momento dato. Niente investimenti significativi, niente sviluppo, niente taglio delle tasse, niente infrastrutture: la parte del leone la fanno le bandierine elettorali dei due partiti, reddito di cittadinanza e quota cento per le pensioni. La seconda ragione è che, anziché darsi obiettivi comuni come fanno tutte le maggioranza di governo da che mondo è mondo, Lega e 5Stelle hanno inserito nel contratto ciascuno i propri temi e solo su quelli hanno fatto esprimere i rispettivi elettori, i salviniani con i gazebo, i grillini con la piattaforma Rousseau. Un governo tra diversi, diversissimi. Un governo da separati in casa. Un governo, perciò, strutturalmente incapace di tirare l'Italia fuori dalle secche di una recessione incombente.

Ora, dunque, che il mitico contratto di governo si è rivelato il bluff che sappiamo, ora che l'assalto all'Europa è miseramente fallito e che i nodi dell'Economia stanno fatalmente venendo al pettine, sarebbe giunto il momento che Lega e M5s prendessero atto della realtà. E la realtà è che, propaganda a parte, non c'è ormai più nulla che li tenga davvero uniti.

di Andrea Cangini
senatore Forza Italia

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