"Non si deve aspettare un sisma per ricostruire"

Il geofisico: "È l'area più a rischio che ci sia in Italia, ma le case rifatte in passato hanno retto"

"Non si deve aspettare un sisma per ricostruire"

Roma - Oggi a Roma si riunisce la Commissione Grandi Rischi che fa capo alla Protezione Civile per valutare l'impatto del sisma e i possibili sviluppi. La Commissione composta da scienziati (geologi, sismologi, vulcanologi), fornisce pareri tecnici sul fronte delle emergenze del territorio. Per il settore del rischio sismico il referente è il professor Domenico Giardini, geofisico ed ex presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Professore ancora una volta assistiamo alla tragedia di paesi rasi al suolo dal terremoto.

«Purtroppo in Italia si aspetta il terremoto per edificare costruzioni antisismiche. I terremoti sono inevitabili. Quello che si può evitare è il crollo totale degli edifici costruendoli con i giusti criteri. L'area interessata al fenomeno è la più sismica d'Italia. In quella zona in passato abbiamo avuto anche scosse molto più grandi».

Più di ieri notte?

«Una magnitudo 6 è considerata medio grande e per fortuna in Italia non arriviamo mai al 9 che si riscontra invece in Giappone in quella stessa area abbiamo registrato in passato anche una magnitudo 7. Purtroppo abbiamo ancora interi paesi rasi al suolo da una magnitudo 6».

Perché?

«Ad Amatrice in tempi recenti non era mai arrivato un terremoto di quelle dimensioni e dunque non c'era mai stata una ricostruzione. Sono tutte case vecchie che crollano. Per capire come è potuto accadere basta vedere la differenza con Norcia ed Assisi. Qui dopo i terremoti del '79 e del '97 c'è stata la ricostruzione: evidentemente è stata fatta bene e le case costruite hanno retto».

Impossibile prevedere un sisma. Possibile costruire case più sicure.

«Il problema è lo stesso dopo anni e anni. Le case vengono mese in sicurezza soltanto dopo i terremoti. Noi possiamo segnalare che quella è una zona rossa. Lo ripeto la più sismica d'Italia. Non possiamo certamente dire che il terremoto arriva tra un'ora o tra un anno. Ma possiamo affermare con certezza che con una magnitudo 6 quelle case crolleranno. Su questo fronte però devono intervenire altre autorità. C'è un codice per le costruzioni».

Questo sisma dunque non è inatteso?

«Dopo le scosse che hanno messo in ginocchio l' Aquila non possiamo assolutamente sorprenderci se in quell'area c'è un terremoto e neppure che le case crollino dato che non sono state costruite per sopportare una scossa che altre case invece reggono. Nell' area di Amatrice non c'era stato un sisma distruttivo e quindi non si erano attrezzati ma non si può aspettare che venga il terremoto per ricostruire».

Di che cosa si parlerà nella riunione della Grandi Rischi?

«Faremo un'analisi di livello e valuteremo quale è stata l'accelerazione al suolo e tutti i dati».

Rischi per i prossimi giorni?

«Quando un area si attiva altre sequenze sono altamente probabili. Il livello di rischio aumenta rispetto ad un momento di fermo.

Ci saranno scosse di assestamento e non possiamo escludere altre scosse forti . Si tratta di vedere se è stato rilasciato tutto il potenziale. La molla è scattata ed i rimbalzi proseguiranno dobbiamo fare attenzione anche alle aree limitrofe».

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