"Non siamo al traino del Carroccio". Carfagna contro Toti

L'azzurra contro il governatore: "Fa il primo della classe e ci bombarda tutti i giorni..."

"Non siamo al traino del Carroccio". Carfagna contro Toti

Al grido «Sveglia, Italia!», Forza Italia chiama dal suo sito gli elettori, per le elezioni del 26 maggio. E ad Arcore Silvio Berlusconi lavora, con i suoi dirigenti, sulle liste per le Europee, in tutte le circoscrizioni dove sarà capolista, tranne il Centro che guiderà il vicepresidente Antonio Tajani. I candidati li presenterà a Roma giovedì 17, il giorno dopo la consegna delle liste.

La strategia per l'Ue il leader di Forza Italia la spiega nel vademecum per gli azzurri. Dice che per cambiare l'Europa bisogna superare l'alleanza «contro natura» tra popolari e socialisti e costruirne una «con tutte le forze alternative alla sinistra». È lo schieramento che a gennaio 2017 elesse al vertice del parlamento europeo il candidato del Ppe Tajani, grazie all'accordo con conservatori e liberali. Con la sconfitta del dem Gianni Pittella iniziò la fine della grande coalizione popolari-socialisti che, per il Cavaliere, «ha contribuito a fare dell'Europa un mostro burocratico, lontano dai cittadini».

Eppure, oggi che il «caso Toti» agita Forza Italia, i filoleghisti azzurri, come i Cinquestelle, prefigurano un nuovo Patto del Nazareno con il Pd in Europa. Nell'assemblea nazionale di sabato il Cavaliere, sempre più irritato, ha lanciato quasi un aut aut al governatore della Liguria, il più vicino a Salvini e Mara Carfagna è stata molto applaudita quando ha parlato dell'«errore» di «sparire all'ombra» del leader del Carroccio. Ieri la questione dell'alleanza controversa con il vicepremier del governo con il M5s, ha fatto scintille. La vicepresidente azzurra della Camera insiste che bisogna «costruire il centrodestra di governo», sotto la guida di Berlusconi, mentre teme che il leader del Carroccio «lo distrugga» e contesta Toti che fa «il primo della classe» e continua a «bombardare Fi dai giornali tutti i giorni», immaginando il partito «a traino della Lega». Giovanni Toti, che sabato all'assemblea di Fi non si è visto ma potrebbe essere il 16 aprile al Lingotto alla manifestazione di Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia punta a conquistare il secondo posto tra le forze di centrodestra, dice a Porta a Porta la leader del partito), replica con durezza: «Un partito al traino della Lega lo immaginano, come la Carfagna, tutti coloro che in tutti questi anni hanno pensato di continuare con lo stesso andazzo senza voler cambiare niente. Ma la ricreazione è finita». Gli fanno eco i «dioscuri», come li chiamano, Alessandro Sorte e Stefano Benigni. Dice il primo: «Forza Italia deve essere distinta dalla Lega ma distante dal Pd, la perdita di consensi è dovuta all'allineamento con il Pd».

Per il Cavaliere, in realtà, il Ppe dovrebbe aprire ad un'alleanza con quei sovranisti, compreso Salvini, che dimostrano di voler cambiare e non distruggere le istituzioni di Bruxelles. Chiede una convertersione al «sovranismo europeo», spiegando: «I sovranisti combattono l'Europa nel nome della nostra identità. Non capiscono, forse non sanno, che l'Europa è la nostra identità». A Salvini, Tajani ricorda «che ha preso un impegno con gli elettori non solo con Di Maio e Grillo».

Se un centrodestra si può ricostituire, in Europa e in Italia, è solo a queste condizioni. Forza Italia scommette tutto sul voto di maggio. I sondaggi registrano una crescita al 12,1% (Tecnè) e si spera che gli effetti negativi delle misure economiche del governo portino nuove adesioni.

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