Non solo numeri

Maurizio, medico-diacono e padre di dieci figli. Il chirurgo contagiato mentre operava

Non solo numeri

Rimini piange un medico, Macerata un pasticcere, Pescara un ex carabiniere. Ogni città piange i suoi figli, ogni figlio un padre o una madre. Il coronavirus continua a mietere vittime, a strappare affetti alle famiglie, a cancellare vite con un colpo di spugna. Le lacrime non si contano più, mentre crescono i numeri che a fine giornata entrano a far parte del triste bilancio delle vittime. Ma dietro a ogni cifra c'è un nome, una storia.

IL DIACONO Maurizio Bertaccini era un medico di medicina generale in servizio alla Casa della Salute di Coriano, comune di 10 mila abitanti nel riminese, ma ancora prima era un diacono e il padre di dieci figli. È la prima vittima nella provincia di Rimini. Era un uomo che credeva fortemente nel suo lavoro, tanto che seicento dei suoi assistiti erano nella comunità di San Patrignano. «Pensiamo che il contagio sia avvenuto attraverso altri pazienti - racconta Maurizio Grossi, presidente riminese dell'ordine -. Forse nella comunità monastica che seguiva e dove si sono registrati alcuni casi di positività fra le suore». Aveva sei figli naturali, due adottivi e due in affido. E una comunità, quella di Coriano, per la quale era diventato un punto di riferimento.

IL CHIRURGO Marco Spissu, 72 anni era professore e medico chirurgo di una struttura privata a Sassari. Ma era conosciuto anche nel resto della Sardegna, per le sue doti umane e professionali. Aveva contratto il coronavirus operando un paziente, che successivamente era risultato positivo. Era stato portato nel reparto di terapia intensiva di Sassari a inizio marzo, ma non ce l'ha fatta.

IL MARESCIALLO A Montesilvano è morto Pietro Conte, 62 anni, presidente dell'Associazione Carabinieri. Era noto per la sua attività di presidente della sezione dell'ANC in congedo. «Era un uomo esemplare che ha dato moltissimo alla nostra città, vittima anche lui del maledetto virus - ha ricordato commosso il sindaco De Martinis -. Conosciuto e stimato dall'intera comunità, Montesilvano perde una persona generosa e sempre pronta ad occuparsi degli altri sia con la divisa sia in congedo. Tante sono le attività svolte insieme a lui: dagli appuntamenti istituzionali, nei quali era sempre presente con il labaro dell'associazione carabinieri, di cui andava orgoglioso, l'ultima volta nel Giorno del Ricordo a piazza Guy Moll, alle raccolte fondi per chi vive situazioni di sofferenza». «Oggi è una giornata tristissima, una giornata in cui è volato in cielo un caro e prezioso amico - ha concluso il primo cittadino -. Alla famiglia, alla moglie Adriana e ai figli Paolo e Chiara giungano, a nome mio e dell'intera amministrazione comunale, le più sentite condoglianze».

IL FOCOLARINO Silvano Gianti aveva 63 anni ed era capo Focolare di Cuneo e storico collaboratore del settimanale cattolico «La Guida». Originario di frazione San Pietro del Gallo di Cuneo, aveva lavorato alla Coldiretti, per poi entrare nella comunità dei Focolarini di Chiara Lubich. Dopo qualche anno a Roma era rientrato a Cuneo come capo Focolare per impegnarsi anche nelle Acli. Successivamente da Cuneo era stato chiamato a guidare la comunità di Genova, poi quella di Milano e di nuovo a Genova. Il suo buon umore e la sua capacità di entrare in empatia con il prossimo non verranno cancellati nel cuore di quanti hanno avuto modo di viverlo fino a ieri, quando il coronavirus se l'è portato via.

IL PASTICCERE Vincenzo Romagnoli (76 anni), originario di Numana, si era trasferito a Porto Potenza negli anni Sessanta e poi con la moglie Luciana aveva aperto la Pasticceria Romagnoli. Aveva avuto diversi riconoscimenti e il suo locale era stato riconosciuto tra quelli «storici», per aver festeggiato 40 anni di attività.

A fine febbraio era stato ricoverato a Villa Pini, dove ha contratto il Covid-19. Così è stato necessario trasferirlo all'ospedale di Civitanova, ma nulla ha potuto contro il Covid-19. Insieme alla moglie Luciana, lascia il figlio Simone.

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