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Non è tempo per le avventure

Non è tempo per le avventure

Dopo le esaltanti notizie sportive ecco le cattive notizie, che riguardano i guai economici che sta combinando questo governo scombinato. L'Istat certifica che nel primo trimestre del 2019 il deficit del nostro bilancio pubblico è arrivato al 4,1% del Pil (4,2% nel I trimestre 2018). La pressione fiscale è aumentata di 0,3 punti rispetto al primo trimestre 2018. L'alto deficit ha generato un aumento del reddito dei consumatori 0,9 punti rispetto a quello che avevano nel quarto trimestre d 2018. Ma questa disponibilità non si è tradotta in crescita della domanda di consumi, perché le famiglie, impaurite dall'alto deficit e frastornate dalle liti fra 5 Stelle e Lega, hanno aumentato i risparmi di 0,7 punti. Alla debole domanda di consumi si è aggiunta la contrazione degli investimenti delle imprese, che hanno visto calare la quota dei profitti di 0,6% e hanno ridotto i loro investimento di 0,4% rispetto al trimestre precedente. In sintesi, la quasi recessione economica in atto è in parte causata dall'alto deficit, in parte dalle maggiori imposte, in parte dalle incertezze degli operatori economici, famiglie e imprese. A confermare l'analisi Istat, c'è la valutazione di Standard&Poor's sull'andamento economico europeo ed italiano. L'agenzia di rating rivede al ribasso la crescita del Pil del 2019 dell'Eurozona: la crescita europea sarà +1,1%, contro +1,7 previsto a dicembre. Per l'Italia la stima è +0,1 contro +0,7% di dicembre. Il rallentamento europeo, secondo gli economisti di questa società di revisione, dipende dal peggioramento dell'andamento di Italia e Germania. Per l'Italia, la spiegazione la abbiamo dall'Istat. Per la Germania la possiamo individuare considerando che essa ha un bilancio in avanzo e un surplus della bilancia dei pagamenti. Questa situazione genera deflazione, perché comporta un freno alla domanda interna, per una causa opposta a quella che riguarda l'Italia. Secondo una tesi del vice premier Salvini, una adozione immediata della flat tax nel 2019 con una operazione choc in deficit di molti miliardi aggiuntivi, farebbe ripartire il nostro Pil. Il procuratore generale della Corte dei Conti Alberto Avoli, nella Relazione annuale, ha osservato che mentre un riordino delle deduzioni fiscali e un riassetto dei tributi è una priorità, lo choc fiscale, senza coperture nel breve termine, può avere ripercussioni gravi, tali da annullare o ridurre di molto i benefici della rimodulazione delle aliquote. Dunque per la Corte dei conti è opportuno ridurre le aliquote, anziché continuare con deduzioni fiscali, che complicano il sistema e accrescono la progressività, ma un nuovo massiccio deficit è pericoloso. Non lo dice, ma fra i pericoli vi è quello che faccia scattare a nostro carico la procedura di infrazione, oltre a impaurire investitori esteri e nostri risparmiatori che possono legalmente investire in titoli esteri. Dobbiamo sperare che il presidente Mattarella, il ministro dell'Economia Tria, il segretario del Consiglio dei ministri Giorgetti seguano i consigli che emergono da queste tre relazioni ed operino per le necessarie riforme liberali-sociali, con pragmatismo, anziché con politiche avventurose. E ora ci evitino la procedura di infrazione.

Ma il tema si riproporrà a ottobre, in modo più arduo, per il bilancio 2020-22.

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