Da Nord a Sud scoppia la rivolta anti-migranti: «Siamo al limite, non ne possiamo più»

Sindaci e governatori leghisti: «Troppi sbarchi, in queste condizioni sicurezza a rischio»

RomaI prefetti cercano di trovare 6.500 nuovi posti per gli immigrati sbarcati in questi giorni, i governatori leghisti di Lombardia e Veneto hanno già detto no, i sindaci del sud allo stremo alzano le braccia in segno di resa. E in parlamento esplodono le polemiche proprio nel giorno in cui, paradossalmente, a Montecitorio viene istituita per il 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione.

Tra il leader della Lega Matteo Salvini e la presidente della Camera Laura Boldrini volano parole grosse. Al grido di «prima gli italiani», annuncia il primo, ci opporremo «alla confisca degli immobili sfitti, sollecitata con la circolare del ministero dell'Interno ai prefetti per ospitare i migranti». L'altra replica: «È terrificante e gravissimo che ci sia chi specula sugli immigrati in fuga dalle guerre». Salvini vuole avere l'ultima parola: «I 400 morti nel Mediterraneo di martedì pesano sulle coscienze dei buoni».

Attacca la Boldrini anche Alessandro Di Battista del M5S: «Ma lei si affaccia alla Camera solo per i minuti di raccoglimento per le tragedie o per l'istituzione delle giornate in memoria delle vittime dell'immigrazione? È una vergogna».

Polemizza il deputato siciliano Pd Fabrizio Ferrandelli: «La Giornata della memoria non salverà vite umane. Le istituzioni passino dalle parole ai fatti». Annunciando il voto contrario di Fdi-An, il capogruppo Fabio Rampelli definisce «un'ipocrisia» la Giornata.

Per Maurizio Gasparri di Fi quella del governo non è una «politica umanitaria, ma omicida».

In questo clima, gli sbarchi continuano e il bel tempo preoccupa. Da sabato sono arrivate dall'Africa 10 mila persone e i centri sono pieni da un pezzo.

Gli appelli all'Europa cadono nel vuoto e la circolare del Viminale impone ai prefetti di individuare strutture di accoglienza e, nel caso, requisirle. Si pensa alle caserme, alle tendopoli. Qualcuno a Milano propone, provocatoriamente, di occupare i centri sociali.

«Non ci stiamo a subire quest' invasione, quindi zero posti in Lombardia», chiude la porta il presidente della Regione Roberto Maroni, che si associa alla linea del collega veneto, Luca Zaia. Secondo il Viminale, le due regioni dovrebbero ospitare 700 migranti a testa. Ma non è solo la Lega a protestare: «C'è una reazione molto forte e negativa anche da parte degli stessi sindaci del Pd. Quindi non c'è la disponibilità», dice Maroni.

Intanto l'Onu riconosce che «l'Italia sta portando un fardello enorme per conto dell'Europa sul problema dell'immigrazione».

Il presidente dell'Anci e sindaco di Torino Piero Fassino dice che servono risorse aggiuntive per i comuni e oggi è previsto un incontro tra governo e Anci.

Il Piemonte dovrebbe accogliere 600 migranti nei prossimi mesi. Da febbraio 2014 ne ha sistemati 10 mila, di cui la metà ha lasciato il Paese. «Fassino venga in aula a dirci dove ha intenzione di mettere i profughi destinati a Torino, dei 300 previsti per la Provincia», sbotta il leghista Fabrizio Ricca. Solo la Basilicata sembra disposta a raddoppiare i suoi ospiti.

«Teniamoci per mano, non è il momento dello scarico di responsabilità-, quasi implora il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli-. Comprendo lo stato di stress del sistema regionale e locale , ma Pozzallo, Ragusa e Porto Empedocle non ce la fanno, hanno tirato fuori nelle ultime 20 ore 7.500 persone».L'azzurro Luca Squeri replica: «Meno poesia e più senso pratico».

Per il sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, «la circolare ribadisce un impegno preso dalle Regioni con Alfano due settimane

fa». Nel 2014 sono arrivati da noi 17mila immigrati, ricorda il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, ma il flusso potrebbe addirittura raddoppiare e «l'accoglienza non può riguardare solo le regioni interessate».

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