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"Nordio agisca sul sit-in antifascista"

Interrogazione di Mollicone (Fdi) sul blitz alla fiera dell'editoria: "Regia politica"

"Nordio agisca sul sit-in antifascista"
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Il caso sollevato dal Giornale sul ruolo dell'assistente di Ilaria Salis al Parlamento europeo Mattia Tombolini nelle proteste a "Più libri più liberi" che hanno portato all'aggressione verbale di alcuni giornalisti ed editori e ad accerchiare lo stand di Passaggio al bosco, arriva in Parlamento. A presentare un'interrogazione al ministro della Giustizia è il presidente della Commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone (foto) che chiede a Nordio "quali iniziative intenda adottare al fine di garantire la piena libertà di espressione e se non ritenga di adottare iniziative volte alla verifica dei contenuti dei post violenti di Tombolini". Inoltre Mollicone domanda al Ministro "quali iniziative intende adottare a riguardo del corteo non autorizzato avvenuto all'interno della manifestazione".

Secondo il parlamentare di Fratelli d'Italia quanto accaduto a "Più libri più liberi" "appare un'inaccettabile compressione della libertà editoriale e di espressione", da qui la decisione di presentare un'interrogazione.

Ripercorrendo i fatti di quanto avvenuto sabato scorso durante il sit in antifascista siamo di fronte a qualcosa di ben diverso da una "protesta pacifica" come è stata descritta ma a un'iniziativa con una precisa regia politica e non certo culturale. Non è un caso che il sit in sia stato promosso dall'editore Momo il cui direttore editoriale è proprio Tombolini che, oltre ad essere assistente della Salis, ha precedenti penali ed è legato al mondo della sinistra antagonista romana. Le modalità con cui Tombolini ha infatti coordinato la protesta avevano ben poco a che fare con un'iniziativa culturale ma era evidente il suo agire da agit-prop. Come emerge da numerosi video, non solo l'assistente della Salis ha guidato il corteo improvvisato verso lo stand di Passaggio al bosco ma si è quasi scontrato fisicamente con alcuni lettori presenti allo stand della casa editrice. Scene più degne di un centro sociale che di una fiera del libro.

La notizia che a coordinare il sit in ci fosse una figura legata alla politica non è piaciuta a tanti editori presenti in fiera che non conoscevano il profilo di Tombolini: "Strumentalizzare politicamente un'iniziativa di dissenso culturale è stato l'ennesimo errore, così come la polemica contro Passaggio al bosco che è stata per loro un'enorme pubblicità gratuita" spiega un editore. L'intera vicenda di "Più libri più liberi" si sta rivelando un boomerang per la sinistra svelando gli altarini di un modello culturale egemonico in crisi da tempo e ormai arrivato al capolinea.

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