Era stato già accostato al mondo della politica a ridosso delle elezioni del presidente della Repubblica, ma in quella occasione aveva preso le distanze ed escluso la possibilità che in quel momento stava circolando nell'aria. Anche oggi Carlo Nordio ha smentito di voler avere a che fare direttamente con la politica di primo piano, rispondendo così a chi gli ha chiesto se sarebbe disposto a fare il ministro della Giustizia in un ipotetico governo di centrodestra: "Credo che sia necessario avere una buona esperienza politica che io non ho, non credo di essere adatto per cariche politiche".
L'ipotesi di incarichi tecnici
Tuttavia l'ex magistrato, intervenuto a margine della seconda giornata della Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia, non ha negato l'opzione di incarichi tecnici qualora ci dovesse essere l'opportunità: "Questo non toglie che incarichi di ordine tecnico non siano i benvenuti". A tal proposito ha ricordato di aver già presieduto la Commissione per la riforma del codice penale (2002-2006), "rimasta poi nel cassetto".
Non va inoltre dimenticato il ruolo di consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e le stragi (1997-2001), oltre che quello di coordinatore della Commissione di studio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero per gli affari regionali, sullo status degli amministratori locali.
I referendum
Nordio si è poi esposto sui referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dal Partito radicale, in merito a cui gli italiani saranno chiamati a votare nella giornata del 12 giugno. L'ex magistrato ha voluto sottolineare - al di là del contenuto dei quesiti posti - quanto sia fondamentale far passare un certo messaggio, ovvero "che la giustizia va cambiata". Motivo per cui guarda "al messaggio complessivo". Ritiene comunque "discutibili" alcuni passaggi, come quello sulla custodia cautelare.
La riforma della giustizia
Altro tema di discussione è stata la riforma Cartabia, vista da Nordio come "il minimo sindacale". L'ex magistrato ha ricordato che le vere riforme vengono fatte non dal ministro ma dal Parlamento, e in merito ha fatto una considerazione che la dice lunga sulle scarse possibilità di partorire riforme serie in questa legislatura: "Questo Parlamento non ha la forza politica né la volontà di fare riforme efficaci". Nordio ha riconosciuto buoni propositi come quello sulle porte girevoli e su alcune giurisdizionalizzazioni, ma le ha bollate come una serie di riforme minime "che non impattano su problemi che occorre affrontare".
Servirebbe dunque un vero e proprio cambio di passo rispetto all'attuale situazione.
Le soluzioni proposte da Nordio vanno dalla separazione delle carriere all'introduzione della discrezionalità dell'azione penale, passando per l'attuazione "a fondo" dei principi del processo accusatorio e la limitazione dei poteri del pm. A suo giudizio sarebbe opportuno anche mettere un freno alla "devastazione della privacy", in riferimento alle intercettazioni ambientali addirittura con il trojan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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