Cronache

La notte del razzo cadente Il Sud Italia si chiude in casa

Questa notte i frammenti del vettore cinese nei cieli del Meridione. Gli esperti: "Non toccate eventuali resti"

La notte del razzo cadente Il Sud Italia si chiude in casa

Lunga marcia 5B potrebbe riguardare dieci regioni italiane: Umbria, Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Stando infatti alle dichiarazioni della Protezione Civile, il razzo cinese potrebbe attraversare i cieli italiani il 9 maggio dalle 2.24 di notte in poi. La raccomandazione degli esperti: stare in casa. Di fatto, potrebbero essere semplici frammenti del lanciatore spaziale, potenzialmente più pericolosi all'aperto. Non sono previsti danni seri agli edifici, ma il consiglio degli uomini della Protezione civile è di non sostare in prossimità di porte e finestre che potrebbero risultare particolarmente suscettibili a oggetti provenienti dallo spazio. E potendo scegliere fra i piani più alti e quelli più bassi, meglio optare per questi ultimi, lontani dal tetto. Gli eventuali resti in luoghi disabitati non andranno toccati, e occorrerà mantenersi a un ventina di metri di distanza dal punto di impatto. Il Dipartimento - informato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in azione tramite l'Italian Space Surveillance and Tracking Operation Center, centro operativo dell'Aeronautica Militare (AM) - parla di comportamenti di autotutela non codificati in ambito internazionale, per la rarità di eventi simili. Tuttavia non è la prima volta che l'uomo rischia di doversi difendere da «proiettili» provenienti dai piani alti dell'atmosfera. La dismissione di Tiangong-1, primo step per la realizzazione della Stazione spaziale cinese, ha dato problemi analoghi. La Cina, infatti, comunicò di non riuscire più a ricevere dati dal laboratorio spaziale, poi precipitato fra le Isole Cook e Tahiti, nell'Oceano Pacifico. Cinque anni fa. In questo caso, invece, il pericolo deriva da una missione che punta alla nascita della definitiva stazione spaziale della Repubblica Popolare Cinese, un gigante di venti tonnellate, affiancato da due moduli di ricerca che potranno interessare contemporaneamente tre astronauti per missioni a lungo termine. Il primo modulo decollato il 29 aprile 2021 dal poligono di Wenchang è andato a buon fine; ma non quello centrale, ora fuori controllo.

Da tempo la Cina è all'avanguardia nelle attività spaziali, e se fino a pochi anni fa la conquista del cosmo era appannaggio di USA e Russia, da un po' anche Pechino è pronto a dire la sua. Gli esordi sono stati eccellenti, come racconta l'esperienza di Chang'E-5, sonda in grado di raggiungere il nostro unico satellite e portare sulla Terra campioni del suolo lunare. Poi Marte. Con la missione Tianwen-1 giunta all'orbita del Pianeta rosso il 10 febbraio 2021, con uno scopo notevole: creare i presupposti per l'analisi diretta delle rocce marziane nei laboratori terrestri. L'appuntamento sarà per il 2030, ma intanto il passo falso di Lunga Marcia 5B, che parrebbe, però, non destare grandi preoccupazioni. L'attenzione è infatti rivolta al vero futuro chiamato Lunga Marcia 9. Un lanciatore di nuova generazione che promette di rivoluzionare il mondo spaziale cinese, e probabilmente del mondo intero. Lunga Marcia 9 - anch'esso ipotizzabile fra una decina di anni - potrà avere tutte le caratteristiche per poter accompagnare l'uomo su Luna e Marte. Una corsa che riguarda, in verità, tutte le agenzie spaziali. Si rifà, di fatto, allo Space Launch Sytem (SLS), sistema di lancio progettato dalla NASA nell'ambito delle attività legate allo Space Shuttle.

Meglio, in ogni caso, non abbandonarsi a facili entusiasmi: se è vero che l'uomo arriverà sempre più lontano in ambito spaziale, altrettanto verosimili saranno le difficoltà legate alla gestione di veicoli spaziali sfuggiti di mano.

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