Notti sul pavimento e soldi agli altri detenuti Gli ultimi giorni di Epstein nella cella-trappola

Il miliardario dormiva a terra e pagava gli altri carcerati contro le vessazioni

Notti sul pavimento e soldi agli altri detenuti Gli ultimi giorni di Epstein nella cella-trappola

New York Detenuto numero 76318-054: era stato registrato con questa matricola Jeffrey Epstein al momento del suo ingresso al Metropolitan Correctional Center, il carcere di Manhattan dove era detenuto dal 6 luglio quando sono scattate le manette ai suoi polsi per le accuse di abusi, sfruttamento della prostituzione e traffico di minori. Un mese abbondante di inferno per il finanziere 66enne abituato a vivere nel lusso, che il New York Times ha ricostruito grazie alle interviste con dipendenti del carcere, avvocati e funzionari delle forze dell'ordine.

Epstein odiava la sua cella stretta, umida e infestata dai parassiti, spiega il quotidiano newyorkese, e ha cercato di usare la sua ricchezza per riscrivere e aggirare le regole. Anzitutto si faceva visitare tutti i giorni per almeno 12 ore dai suoi legali, che aveva il diritto di incontrare in una sala privata del carcere, per stare il meno possibile in cella. Per evitare di essere vessato e ingraziarsi gli altri detenuti, inoltre, depositava soldi sui loro conti allo spaccio interno alla prigione. Ma negli ultimi giorni prima della morte - che il medico legale, seppur tra tanti dubbi, ha ufficializzato come suicidio per impiccagione - il miliardario ha mostrato segni di cedimento. Faceva raramente il bagno, teneva la barba incolta, i capelli spettinati, e dormiva per terra invece che sulla branda della sua cella. Nonostante questo aveva convinto le autorità carcerarie di non essere una minaccia per se stesso, pur se era già in corso un'indagine per stabilire se avesse tentato il suicidio il 23 luglio scorso.

Il 9 agosto, mentre venivano rese note una serie di carte depositate in tribunale contenenti dettagli inquietanti dei suoi traffici, i suoi avvocati erano con lui nella saletta per gli incontri del Metropolitan Correctional Center e poche ore dopo, durante la notte, solo 18 guardie carcerarie erano di turno per sorvegliare la prigione con circa 750 detenuti. All'unità speciale 9 South, dove era detenuto Epstein, c'erano due agenti, che lo dovevano controllare ogni 30 minuti, ma non lo hanno fatto per circa tre ore. Ad un certo punto secondo due funzionari del Bureau of Prisons, si sono anche addormentati, e la mattina dopo il finanziere e' stato trovato morto con il lenzuolo stretto intorno al collo.

Mentre proseguono le indagini per rispondere a numerose domande ancora irrisolte, il New York Times afferma che negli ultimi giorni Epstein aveva iniziato a realizzare come questa volta la sua ricchezza non sarebbe bastata a garantirgli una via d'uscita.

Quello che invece gli era riuscito nel 2008 in Florida, quando il suo team di avvocati negoziò un accordo (molto controverso) con i pubblici ministeri, grazie al quale caddero le accuse federali di traffico sessuale e in carcere dovette trascorrere solo 13 mesi, peraltro con considerevoli privilegi, ad esempio quello di poter uscire per lavorare sei giorni a settimana.

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