Interni

Nove Procure ignorarono le prove a favore di Salvini

Trascurato il rapporto del sommergibile "Venuti": si ipotizza che la Ong avesse un "appuntamento"

Nove Procure ignorarono le prove a favore di Salvini

«Appare meritevole di approfondimento la navigazione compiuta dalla menzionata Ong (nave Open arms, ndr) che, e senza apparente motivo, ha modificato () rotta e velocità fino ad intercettare con successo il barcone con i migranti a bordo» si legge nelle conclusioni dell'informativa «fantasma», che nessuna Procura ha calcolato, ma potrebbe alzare il velo sui «recuperi» di presunti naufraghi forse su appuntamento.

Le dettagliate informazioni, comprese 2 intercettazioni, 27 video e 16 fotografie sono state raccolte da un sommergibile italiano. Il Capitano di corvetta delle Capitanerie di porto, A. P., che firma la relazione di servizio sottolinea nelle conclusioni: «La Ong si trovava (al momento in cui cambiava rotta e velocità) a una distanza ottica/radar dalla quale non era in grado di poter visualizzare il barcone (). Di qui la possibilità che siffatta posizione sia stata passata alla Ong da terzi (ignoti)». Ovviamente va accertato se fossero scafisti o trafficanti, ma l'aspetto incredibile è che nessuna delle 9 procure che hanno ricevuto l'informativa sembra avere approfondito il caso. Oltre alla procura di Roma e quella militare il rapporto è stato inviato a Catania, Siracusa, Ragusa, Messina, Palermo, Agrigento, Sciacca. A Palermo, dove si sta svolgendo il processo contro l'attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, proprio per aver tentato di impedire lo sbarco dei migranti dalla spagnola Open arms, si cataloga il fatto come normale soccorso.

L'informativa fantasma «potrebbe riscrivere la storia di un processo dove rischio fino a 15 anni di carcere» dichiara Salvini.

Il leader della Lega è convinto che «il Guardasigilli Carlo Nordio saprà approfondire una vicenda che appare francamente grave e scandalosa».

Il Giornale è in possesso delle 4 pagine dell'informativa su carta intestata del «Comando in capo della squadra navale», che riguarda il recupero di una cinquantina di migranti a 78 miglia dalle coste libiche, il primo agosto 2019. Il tutto «alla luce degli elementi informativi fatti qui pervenire dall'unità subacquea della Marina Militare», il sommergibile Pietro Venuti.

Il mare era piatto e non si notava alcun barcone di migranti all'orizzonte. Alle 8.15 del mattino, però, il sottomarino segnalava che Open arms cambiava repentinamente rotta aumentando sensibilmente la velocità «fino a circa 11,2 nodi». Come se la nave si dirigesse a un appuntamento in mezzo al mare. «Alle 12.00B e 12.01B sono state copiate (registrazioni agli atti) delle comunicazioni audio (sembra in lingua spagnola che coincide con la bandiera della Ong) che, verosimilmente, indicano un dialogo tra un soggetto (.) probabilmente a bordo della Ong ed un secondo soggetto (anch'esso non identificato)» si legge nella relazione di servizio. «Si precisa che detta comunicazione avveniva su un canale commerciale (Vhf)» e il sottomarino scrutando l'area con il periscopio «visualizzava all'orizzonte soltanto la Ong e nessun altro assetto civile e/o militare». Più tardi «si accertava la presenza in quella zona marittima di una piccola imbarcazione in legno con lo scafo di colore blu in avvicinamento alla Ong». Open arms a questo punto mandava i suoi due gommoni verso la barca carica di migranti, che sembra essere stata intercettata grazie alla segnalazione via radio Vhf. «Anche il secondo rhib (gommone, ndr) dirigeva verso il barcone blu ed iniziava la consegna dei salvagente ai migranti», che poi verranno imbarcati su Open arms e faranno parte del braccio di ferro con l'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Nessuna delle 9 procure informate sembra abbia indagato sull'identità degli interlocutori della comunicazione via radio e se fosse veramente un «appuntamento».

Nelle conclusioni dell'informativa viene evidenziato che l'area di ricerca e soccorso è di competenza libica, ma la Ong «ha, di fatto, agito in maniera autonoma e senza interfacciassi con le preposte Autorità di soccorso a cui compete il coordinamento». Non solo: con il mare liscio il barcone non stava affondando e tantomeno era in difficoltà. «La presenza, come evidenziato, di 2 motori fuoribordo - si legge nelle ultime righe - ne conferma una capacità propulsiva significativa, idonea, () a fronteggiare situazioni di emergenza e/o avaria.

Aspetti, quest'ultimi, di cui non si ha nessuna evidenza».

Commenti