La "novità" a sinistra: Fassino sfiderà Bersani nel duello fra cloni ex Pci

Saranno avversari ma è duello fra cloni ex Pci. La tattica dem: nei collegi guerra all'ultimo voto contro i big di Leu

La "novità" a sinistra: Fassino sfiderà Bersani nel duello fra cloni ex Pci

Roma Marcature a uomo, pressing asfissiante, linee di passaggio bloccate. Dunque, «Grissino» su «Mortadella», cioè Fassino su Bersani, e poi la Bellanova, ex sindacalista della Cgil, un profilo molto di sinistra, su Max D'Alema. A livello di campagna elettorale il Pd ha deciso di snobbare Liberi e Uguali, di non alimentare guerre fratricide che, secondo Matteo Renzi, fanno perdere voti a tutti e due. Ma nei collegi no, sarà un corpo a corpo, con il risultato che a sinistra ci si prepara a un duello rusticano tra cloni.

Prendiamo Bologna, caso simbolo di questa strategia, la città dove quasi sempre l'ex Pci ha fatto filotto, e dove il frontman degli scissionisti antirenziani, naturalmente, non può che essere Pier Luigi Bersani. Ebbene, contro l'ex segretario Pd il Nazareno sta pensando di schierare Pietro Fassino, ex segretario dei Ds. Quindi, alla faccia della differenziazione, avremo due ex comunisti a spartirsi lo stesso, teorico, serbatoio di voti.

La chiamano già la guerra dei Pieri, amici da tanto tempo, ora su sponde opposte. Una battaglia tra uguali, ma talmente uguali che pure le biografie paiono ricopiate l'una dall'altra, perfino nelle antiche incursioni nel mondo cattolico e negli incarichi di governo. Fassino studia dai gesuiti, Bersani fa il chierichetto, entrambi sono stati ministri del Commercio.

Ma a Bologna sta maturando una candidatura in un collegio anche per il terzo Piero, Pier Ferdinando Casini: l'ex presidente della Camera, ex leader dell'Udc, rappresenterà l'«opzione moderata» e centrista del Pd. La sua presenza dovrà comunque essere compensata da una figura «rossa» da piazzare alla testa del listino proporzionale.

Stesso discorso in Puglia, feudo storico di Massimo D'Alema. Di fronte all'ex presidente del Consiglio, Renzi sta progettando di presentare un personaggio con un imprinting molto di sinistra, la viceministra Teresa Bellanova, un lungo passato nella Cgil.

Mosse e contromosse che obbediscono alla nuova strategia elettorale di Renzi. La campagna dei cloni è stata studiata apposta per contenere i rivali di Leu, tenerli sotto il cinque per cento, e invertire la tendenza degli ultimi rilevamenti. Il Pd conta in ogni caso di arrivare a quota 24-25, a cui aggiungere un altri cinque per cento procurato dagli alleati. L'obiettivo è superare i grillini e avere un primato di lista che consenta al Nazareno di avere la parola decisiva per il futuro governo.

Visti però i tempi poco felici, considerati con cura i sondaggi sempre meno rassicuranti, il segretario ha deciso di far scendere in pista tutti i big e gli uomini che ha a disposizione, che perciò non saranno presenti solo nei listini proporzionali, ma dovranno guadagnarsi la pagnotta pure nei collegi uninominali.

E quindi Graziano Delrio, ministro delle

Infrastrutture, sarà nella sua Emilia, Marco Minniti, responsabile del Viminale, correrà nella città natale Reggio Calabria, Dario Franceschini, Beni Culturali, si cimenterà a Ferrara e Andrea Orlando, Giustizia, a La Spezia.

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