Le nozze e poi la strage Così gli sposini jihadisti volevano colpire Parigi

Quattro arresti in un blitz. Presi due giovani convertiti con l'esplosivo usato a Bruxelles

Le nozze e poi la strage Così gli sposini jihadisti volevano colpire Parigi

Francesco De Remigis

Prima le nozze, poi l'attacco. Si presume che fosse questo il piano di una coppia di giovani francesi convertiti, che avevano abbracciato l'islam radicale su internet. Lei (Sara Z.) 16 anni, lui 20 (Thomas S.). Il rito di matrimonio religioso era previsto «molto presto», poi la sedicenne sarebbe partita presumibilmente per la Siria con un falso passaporto. Mentre lui avrebbe dovuto farsi esplodere. Non è ancora chiaro se a Parigi o altrove. Ma è certo che nel blitz effettuato nella notte nel sobborgo di Clepiers, a Nord di Montpellier, è stato trovato un vero e proprio laboratorio del terrorismo fai-da-te.

Siamo nel Sud della Francia, a metà strada tra Marsiglia e Tolosa, quando la polizia decide di intervenire. Dopo giorni di pedinamenti, l'arresto avviene «dopo che avevano acquistato dell'acetone», una sostanza ad alto potenziale esplosivo che spesso è stata usata per fabbricare ordigni, spiega una fonte della polizia. Perquisito l'appartamento del futuro marito-kamikaze, è emerso quanto fossero fondati i sospetti, che da giorni, grazie alle indagini sui social network, in particolare sulle chat criptate di Telegram, avevano consentito di individuare e identificare, non solo la coppia, ma anche altre due persone fermate sempre ieri mattina.

Dalle prime informazioni, era solo un'ipotesi l'attacco kamikaze con la cintura esplosiva in un sito turistico. Ma nell'appartamento è stato trovato il necessaire per la preparazione di esplosivo Tatp. Un desk amatoriale con 71 grammi di perossido di acetone Tatp lo stesso tipo usato negli attacchi di Bruxelles oltre a un litro d'acetone e un litro d'acqua ossigenata. Nella retata, anche materiale informatico in grado di confermare che l'uomo pianificava da tempo il suo gesto. E un video registrato dalla ragazza, mercoledì scorso, in cui giurava la sua fedeltà all'Isis.

Il futuro marito era molto noto ai Servizi. Aveva tentato di entrare in Siria dalla Turchia, dov'era stato arrestato nel 2015. Poi la marcia indietro in Francia alla ricerca di una moglie da mettere al servizio dello Stato islamico. Dalle 6 di ieri mattina sono in commissariato e ci resteranno per 96 ore. Segnalati da tempo alle autorità per la radicalizzazione anche gli altri due, i due presunti complici fermati a Montpellier e Marseillan. Un uomo di 34 anni e un altro di 27, che si ipotizza meno coinvolto dall'operazione. Il premier Bernard Cazeneuve non ha dubbi: «Siamo davanti a un livello di minaccia estremamente elevato per il nostro Paese, ecco perché continuiamo a vigilare e intervenire, con un'attività intensa, come dimostra il centinaio di fermi degli ultimi mesi». Di operazione che ha permesso di «sventare un progetto di attentato imminente su suolo francese» parla il ministro dell'Interno Bruno Le Roux.

Collegata all'operazione di Montpellier, ieri mattina un'altra doppia perquisizione antiterrorismo ha avuto luogo nella regione. Christophe Caupenne, ex capo negoziatore dei reparti scelti della polizia transalpina, spiega a France 24 che il Tatp è «un esplosivo estremamente facile da fabbricare. Scoperto nel diciannovesimo secolo, oggi è usato moltissimo dai terroristi, nelle zone di guerra, e naturalmente dall'Isis».

A Nizza, intanto, misure drastiche per il carnevale. I carri non passeranno sulla Promenade des Anglais, teatro della strage del luglio scorso. Allestito un mini-perimetro per la parata: uno scanner passera ai raggi X chiunque, turisti e addetti ai lavori.

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