Nuova accuse a Woodcock. La Cassazione: ha ascoltato con un trucco un testimone

Nuova accuse a Woodcock. La Cassazione: ha ascoltato con un trucco un testimone

Roma - Ombre sempre più cupe si addensano sulla carriera del pm Henry John Woodcock. Dopo la doppia ipotesi accusatoria formulata dalla Procura di Roma nei suoi confronti - quella di falso e di rivelazione del segreto d'ufficio - arrivano brutte notizie anche dall'indagine disciplinare della Cassazione, come anticipato ieri dal Corriere della Sera.

La Procura generale ha contestato al magistrato napoletano del caso Consip, e alla sua collega Celeste Carrano, un nuovo capo di incolpazione: «Grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile». Ancora una volta a Woodcock si contesta il suo modo di procedere nell'indagine sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, che ha lambito il «giglio magico» e il papà dell'ex premier, Tiziano Renzi. In questo caso i due pm, lo scorso 21 dicembre, avrebbero ascoltato il presidente di Pubbliacqua ed ex consigliere economico di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, Filippo Vannoni, come testimone piuttosto che come indagato, nonostante ci fossero i presupposti per metterlo sotto inchiesta, visto che l'ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, aveva svelato ai magistrati che era stato proprio Vannoni uno di coloro che lo avevano avvertito dell'indagine in corso. Ascoltandolo come testimone, i magistrati gli hanno impedito di essere assistito da un avvocato durante il faccia a faccia. Tutto questo, ritiene la Procura generale, «in violazione dei doveri di imparzialità e delle norme del codice di procedura penale». A rendere l'operato di Woodcock ancora più sospetto è anche il fatto che le altre «gole profonde» tirate in ballo da Marroni, cioè il ministro dello Sport Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante dei carabinieri in Toscana Emanuele Saltalamacchia, sono stati tutti regolarmente indagati prima di essere interrogati. Vannoni invece è stato sentito senza avvocato, dunque senza le garanzie previste dalla legge.

Un'analoga anomalia nell'ambito della stessa indagine è saltata fuori anche dalle audizioni che si stanno svolgendo in questi giorni davanti al Csm dei magistrati della Procura di Napoli che hanno avuto a che fare con l'inchiesta Consip prima che fosse trasferita a Roma. Ne ha parlato il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, segnalando la scelta di non indagare babbo Renzi, come era invece accaduto per il faccendiere Carlo Russo, coinvolto in fatti analoghi. Woodcock e Carrano non iscrissero il papà dell'ex premier nemmeno dopo che il gip, autorizzando le intercettazioni di Renzi senior, disse che c'erano gli indizi per contestargli la corruzione.

Tiziano Renzi è stato poi indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze. Presto i pm della capitale ascolteranno la pm di Modena Lucia Musti, che ha parlato al Csm delle smanie investigative dei carabinieri del Noe.

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