Roma - «Muti. Se Carocci parla sono guai». Aspettano il termine delle proiezioni in piazza San Cosimato. Poi si avvicinano a Federica Zacchia, 29 anni attrice, «la donna del capo» scrivono i Ragazzi del Cinema America. E le sbattono la testa contro il finestrino di un'auto.
Altra aggressione a Trastevere. Mentre i loro camerati escono dalla questura, due militanti dell'estrema destra romana aggrediscono l'ex fidanzata di Valerio Carocci, presidente dell'associazione. Accade la notte scorsa alle 2,30 in via Luciano Manara, a pochi passi dal maxischermo del cinema all'aperto. La donna è sola quando i due l'afferrano da dietro.
«Mi hanno presa al collo e trascinata fino a una macchina parcheggiata - denuncerà la 29enne poco dopo - poi mi hanno afferrato la testa e mentre premevano sul vetro mi dicevano di dire a Valerio di stare zitto sull'aggressione di sabato». La donna, nonostante la penombra, sarebbe in grado di riconoscere i due energumeni che l'hanno aggredita e minacciata. La nuova inchiesta viene accorpata a quella del pestaggio di David Habib, Valerio Colantoni, Yasir e Stephano. Fondamentali per l'identificazione saranno i video delle telecamere piazzate in strada e le foto segnaletiche di soggetti noti nell'ambito della destra eversiva romana. Quella vicina sia a Blocco Studentesco che a Casapound.
Lo stesso gruppo legato ai quattro fermati e denunciati per i fatti di sabato? Un'indagine lunga: dall'acquisizione dei referti medici al Fatebenefratelli e inviati dai carabinieri in Procura, al nome dell'unico soggetto riconosciuto nel video dagli aggrediti, trovato dalla Digos in mezzo a centinaia di persone, alle perquisizioni di polizia e carabinieri. Habib e Colantoni, dopo aver sporto denuncia alla stazione dei carabinieri di Trastevere, entrano negli uffici della Digos. Fra i filmati sequestrati dalle forze dell'ordine compare il primo denunciato, Stefano Borgese, 38 anni, parrucchiere di Casalotti che sabato sera festeggia l'addio al celibato proprio nei vicoli di Trastevere. Una delle vittime è certa di riconoscerlo come il fomentatore dei picchiatori. Poi gli uomini della Digos passano al setaccio migliaia di profili Facebook, tutti in stretta relazione con il 38enne.
Fra clienti, parenti e conoscenti spuntano altri camerati. Come Matteo Ciurleo, 23 anni, precedenti per danneggiamento, interruzione di servizio pubblico e resistenza a pubblico ufficiale, coordinatore di Blocco Studentesco. È lui a sferrare la testata ad Habib che gli frattura il naso. Il terzo denunciato è Matteo Vargiu, 23 anni e una sfilza di precedenti penali, sottoposto a Daspo. Avrebbe colpito con una bottigliata Colantoni ferendolo al sopracciglio sinistro.
Poi Alex Muratori, 23 anni di Casapound, precedenti per lesioni e violenza privata. Infine un quinto indagato, Matteo Mecucci, 21 anni.La notizia viene twittata dal Times di Londra: «Jeremy Irons fa un discorso appassionato a Roma in difesa di 4 giovani picchiati da skinhead».
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