Guerra in Ucraina

La nuova minaccia arriva dalla Corea del Nord. "Pronti a usare l'atomica se saremo provocati"

Kim Yo-jong, sorella del leader: "Opzione nucleare in caso di conflitto con Seul"

La nuova minaccia arriva dalla Corea del Nord. "Pronti a usare l'atomica se saremo provocati"

La Corea del Nord è pronta a usare armi nucleari e distruggere l'esercito sudcoreano nel caso di un attacco. La minaccia è stata diffusa ieri dai media statali attraverso le parole di Kim Yo-jong, sorella del leader Kim Jong-un. Per la donna, vicedirettore del dipartimento del Comitato centrale del Partito dei lavoratori della Corea (Wpk), tra i massimi consiglieri del fratello e sempre più centrale negli assetti di potere di Pyongyang, i recenti commenti del ministro della Difesa sudcoreano Suh Wook sul possibile confronto militare sono un «fantastico sogno ad occhi aperti», frutto «dell'isteria di un pazzo».

Domenica scorsa Kim Yo-jong aveva già attaccato Wook, dopo le dichiarazione del primo aprile, dove il ministro dichiarava che l'esercito di Seul sarebbe stato in grado di «colpire rapidamente e con precisione qualsiasi obiettivo in Corea del Nord». «Nel caso in cui la Corea del Sud optasse per un confronto militare con noi, la nostra forza di combattimento nucleare dovrà inevitabilmente svolgere il proprio dovere», ha affermato la potente sorella di Kim. Ha poi aggiunto che la «missione principale» del potenziale atomico del suo Paese è quella di agire come deterrente, ma «se dovesse scoppiare un conflitto armato, queste armi saranno usate per eliminare le forze armate nemiche in attacco». Pak Jong Chon, alto funzionario militare del Nord, ha sottolineato che le due Coree sono ancora tecnicamente in conflitto. La guerra di Corea del 1950-53 terminò con un armistizio, non con un trattato di pace e «qualsiasi lieve errore di valutazione e dichiarazione errata che scuote l'altra parte può innescare di nuovo una guerra in piena regola».

La provocazione di Pyongyang arriva pochi giorni dopo il lancio di un missile balistico intercontinentale a lunghissimo raggio (Icbm), che si è schiantato in mare dentro la zona economica esclusiva (Zee) del Giappone il 24 marzo e poche settimane prima che il nuovo presidente della Corea del Sud, il conservatore Yoon Suk-yeol, sostituisca il liberale Moon Jae-in. Yoon, che presterà giuramento il 9 maggio, ha promesso di rafforzare le difese del Sud contro possibili attacchi missilistici nordcoreani, ma allo stesso tempo non ha escluso un ritorno al dialogo.

La Corea del Nord aveva sospeso i suoi test nucleari e missilistici a lungo raggio quando Kim Jong-un e l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump avevano avviato dei colloqui, poi falliti nel 2019. Da allora i negoziati sono in stallo e non riapriranno certo ora con la guerra che infuria in Ucraina. Il 15 aprile Pyongyang celebra i 110 anni dalla nascita di Kim Il-sung, nonno dell'attuale leader, fondatore e «presidente eterno» del Paese.

Secondo molti analisti, proprio intorno alla data di questa commemorazione, oltre alle immancabili parate militari in grande stile, la Corea del Nord potrebbe testare nuovi missili o satelliti, accendendo ancora di più il fronte del Pacifico.

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