RomaNelle segrete stanze di Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi, il commissario alla spending review Yoram Gutgeld e i suoi ex colleghi di McKinsey stanno lavorando a un piano molto ambizioso di razionalizzazione della spesa pubblica attraverso il taglio e l'accorpamento di un gran numero di società a partecipazione pubblica. Il provvedimento dovrebbe vedere la luce sotto forma di decreto legge (un nome ce l'ha già, a quanto pare, il «Taglia Mille Poltrone») e rappresenta una continuazione ideale del lavoro dell'ex commissario Cottarelli. Con una differenza: se il progetto andasse in porto, Renzi avrebbe il controllo totale delle spa di Stato, Comuni e Regioni.
Secondo fonti bene informate, infatti, la modalità scelta per procedere all'abbattimento coatto dei «carrozzoni» sarebbe il commissariamento. Cottarelli ne aveva contate circa 8mila e voleva smantellarne un quarto per risparmiare circa 500 milioni l'anno. La nomina di un commissario, però, ha una particolarità non da poco: gli organi sociali preesistenti, incluso il collegio sindacale, decadono e si installa un uomo solo al comando che può disporre della singola azienda secondo le proprie volontà. Questo programma, inoltre, prevedrebbe un corposo ridisegno delle Authority di controllo: a partire dalla Consob passando per quella dell'Energia e per l'Antitrust.
Le prime due aziende nel mirino di un possibile commissariamento, secondo quanto si apprende, sarebbero le Ferrovie dello Stato e la Sogin. Le prime stanno intraprendendo il cammino per sbarcare in Borsa nel 2016 e un commissario potrebbe accelerare ulteriormente il dossier (magari «promuovendo» l'attuale ad Elia). La seconda, invece, sta vivendo una fase concitata a causa dei dissidi relativi all'individuazione del sito per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi: un commissario potrebbe procedere come un carro armato e chiudere subito la questione. Senza contare che il commissariamento potrebbe giungere ad hoc anche per la Rai. Se il Parlamento facesse le bizze rallentando l'iter della riforma renziana, il premier potrebbe tentare il colpo di mano. Idem per alcune controllate di natura economico-industriale come Invitalia (attrazione degli investimenti), Invimit (immobiliare) , Gse (energia) e la galassia delle municipalizzate che sarebbero riportate sotto l'ala di Palazzo Chigi.
Decretare sulla materia, però, non sarà una passeggiata. In primo luogo, i ministri competenti Padoan (il Tesoro è l'azionista di un gran numero di società) e Guidi (competente sull'industria) sarebbero stati tenuti all'oscuro.
In secondo luogo, come già accaduto per la riforma della Rai, il capo dello Stato Mattarella potrebbe non riconoscere i crismi della necessità e dell'urgenza al decreto che consentirebbe a Renzi di fare en plein sulle spa di Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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