Una nuova terrazza con vista Colosseo Così Roma si salva dalla «grande bruttezza»

Il palazzo Manfredi del Seicento trasformato in un lussuoso cocktail bar

Roma Ci sono luoghi lontani da quelli comuni. Sono squarci di città che non immagini, non vedi, non conosci. Sul giornale non ne parlano e allora ti convinci che non possano esistere. Leggende malinconiche a cui abbiamo finito per credere per noia e necessità. Rimedi naturali per sopravvivere all'imbarazzo e alla bruttezza. Eppure non è così. Te ne rendi conto una sera d'estate, quando quello spazio a metà tra cielo e storia arrivi a calpestarlo. E allora ti rendi conto che l'immaginazione, spesso, ha più corpo che spirito. Che quell'idea è una terrazza riflessa sulle vestigia della città imperiale. Una passerella in direzione della meraviglia del mondo. Più in là si distinguono fisionomie aggraziate e piene di potenza, sono quelle delle vittorie alate sulla cima del Vittoriano. A metà strada il Colosseo con i suoi mille occhi ed i Fori Imperiali. Proprio sotto di noi, invece, un tappeto di rovine. Siamo all'interno di palazzo Manfredi, gioiello architettonico del Seicento, che il conte Goffredo, uomo d'ingegno e gran gusto, trasformò agli inizi di questo secolo in uno degli hotel più esclusivi della Capitale. Una struttura di lusso, con un patrimonio di 12 camere, 2 suite, 5 grand view suite ed un ristorante stellato sul RoofTop, che da oggi si arricchisce di un tassello in più: The Court, il cocktail bar firmato da Matteo Zamberlan, in arte Matteo Zed, re della mixology con l'ossessione per gli amari. Il regno di Zed è un bancone, più di 7 metri di specchio e travertino che si proiettano sul Ludus Magnus, la più grande palestra gladiatoria di Roma. Scoperta nel 1837, venne riportata in superficie solo agli inizi degli anni Sessanta. Fu allora che la meraviglia venne svelata. Uno spettacolo che si lascia guardare dalla gente di passaggio ma che, con The Court, diventa pura contemplazione. Ciò che prima era segreto, inaccessibile, adesso è rivelato e vicino. Chiunque ne può godere appieno, in un'atmosfera raffinata che scalda l'anima e gratifica lo spirito, con la complicità di un drink sapientemente miscelato da Zed o di un calice consigliato dal sommelier Gennaro Buono. Nuove prospettive del bere contemporaneo, in uno spazio disegnato dallo studio di architettura Lot Ad Project, che ha scelto di collaborare solo con aziende Made in Italy.

Ampio spazio anche all'experience gourmet, firmata dallo stellato Executive Chef Giuseppe Di Iorio. Un'altra scommessa vinta dal gruppo Manfredi Fine Hotels Collection, che ha fatto del punto di vista il suo punto di forza.

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