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Le nuove case di Amatrice più care di quelle all'Aquila

Il costo di un modulo abitativo può superare i 90mila euro, contro i 68mila dell'Abruzzo. E i tempi slittano

Le nuove case di Amatrice più care di quelle all'Aquila

Meno sfollati, ma con costi pro capite superiori. Tra le questioni in odore di polemica della ricostruzione post-sisma in Centro Italia c'è anche il prezzo delle casette in legno.

Le «Sae», soluzioni abitative d'emergenza, verranno fornite da un raggruppamento temporaneo d'imprese guidato dal colosso delle coop rosse Cns, il consorzio bolognese del quale faceva parte anche una cooperativa di Salvatore Buzzi, protagonista dell'inchiesta Mafia Capitale. La Rti di gusto emiliano, ricorda la protezione civile, ha vinto la gara Consip in tempi non sospetti rispetto al sisma e alla successiva nomina di Errani a commissario della ricostruzione: venne bandita già ad aprile 2014, quando Matteo Renzi era fresco premier.

Il dato che però salta agli occhi è che per quell'accordo le unità immobiliari, previste in tre dimensioni, da 40, 60 e 80 metri quadri, costano allo Stato 1.075 euro iva esclusa a metro quadro, un prezzo appena più basso della base d'asta (1.100 più iva). La Rti di cui fa parte Cns dovrà fornire al massimo 850 unità immobiliari: se ne servissero di più, precisa la Protezione civile, con un sistema a cascata verrà chiamata in causa la seconda classificata della gara, il Consorzio stabile Arcale legno, che ha sede a Impruneta, Firenze.

Il costo delle case che dovranno accogliere gli sfollati di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, dunque, ammonterà a 44mila, 66mila o 88mila euro, a seconda delle dimensioni della «Sae», più l'iva. Mentre il dato delle «Map», le casette costruite all'Aquila dopo il terremoto del 2009 e al centro di infinite polemiche, parla di un costo per unità - secondo L'Espresso - di 68.599 euro, ma in quel caso l'iva era già inclusa. E i tempi di consegna più brevi. Ora si parla di circa sette mesi per consegnare le case agli sfollati. Eppure le Sae sono già in costruzione: il 21 settembre Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e varie autorità regionali erano a Terni, sede della Cosp Tecnoservice, associata Cns, a visitare la Sae modello. La Cosp avrebbe una capacità produttiva di 10 moduli abitativi al giorno. Per farne 850, il massimo previsto dal bando per Cns, dovrebbero volerci meno di tre mesi, ai quali vanno aggiunti i tempi necessari ad allestirle sui terreni (ci vogliono sei giorni a unità, ma se ne possono montare più di una alla volta, naturalmente) individuati e urbanizzati dai comuni, ma certo la stima temporale, stando ai tempi di produzione e montaggio dichiarati il giorno della visita alla «casetta modello», sembra prudente.

Sul territorio colpito dal sisma di agosto c'è da registrare poi anche il malumore di alcune sigle sindacali, che temono che eventuali altri appalti nel business della ricostruzione non terranno conto delle realtà imprenditoriali locali, ma proprio i lavori per la preparazione di urbanizzazione dei suoli che ospiteranno le case (le verifiche sono già a buon punto, con diverse decine di sopralluoghi effettuati tra Lazio e Umbria) potrebbe essere una cartina di tornasole per valutare l'attenzione al tessuto economico locale.

Quanto ai costi e al confronto con il sisma aquilano, va segnalato anche il Contributo di autonoma sistemazione, ossia la somma fornita agli sfollati per affittarsi in proprio una casa in attesa di avere la Sae. All'Aquila arrivava a 400 euro per una famiglia di 4 o più persone.

Per gli sfollati del 24 agosto sono 600 euro per famiglie da 3 persone in su, quando ad Amatrice il prezzo medio di locazione per una villa di 80 mq si ferma a 480 euro.

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