Nuove regole del gioco in fabbrica

Accordo tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil contro i «contratti pirata»

Nuove regole del gioco in fabbrica

Roma - Criteri più stringenti per porre un freno agli accordi tra organizzazioni dei datori e dei lavoratori che non hanno rappresentanza.

La prima intesa tra imprese e lavoratori, dopo nove anni di stasi sulle regole del gioco del lavoro, quindi su relazioni industriali e sistema contrattuali, punta a elevare il muro delle confederazioni doc (Confindustria da una parte, Cgil, Cisl e Uil dall'altra) contro quello che viene definito il dumping contrattuale. L'intesa è stata trovata nella notte tra martedì e mercoledì, ma la firma vera e propria arriverà il 9 marzo, dopo una valutazione degli organismi interni delle quattro organizzazioni.

In sintesi, il documento fissa regole concordate tra le parti su rappresentanza, contrattazione, welfare, formazione, lavoro, partecipazione.

La parte più importante è appunto la misurazione della rappresentanza, che l'intesa vuole imporre ai sindacati e anche alle associazioni datoriali, fino ad oggi considerate immuni alla concorrenza di sigle minori. Obiettivo, contrastare la proliferazione di contratti collettivi. Sarà il Cnel, salvato dalla mannaia del referendum, ad accertarne l'effettiva rappresentatività delle organizzazioni che firmano le intese.

Non è la legge sulla rappresentanza, ma l'intesa, se il prossimo governo vorrà, potrebbe porre la base per un intervento normativo. L'effetto di una legge sarebbe quello di fare valere per tutti gli effetti dei contratti siglati da organizzazioni rappresentantive. Quindi evitare che ci siano contratti siglati su minimi inferiori rispetto a quelli concordati dalle sigle principali.

Il modello dell'intesa è l'accorto firmato all'inizio del 2009 da Confindustria, Cisl e Uil. La Cgil non firmò, ma si accodò agli altri sindacati in occasione degli altri accordi, 2011 e 2014, che riguardavano, appunto, la misurazione della rappresentanza.

Altro snodo fondamentale per il raggiungimento dell'intesa, il Patto per la fabbrica lanciato nel luglio del 2016 dal presidente di Confindustria, Vincenzo Bocci.

Altri aspetti toccati dall'intesa, la articolazione in tre livelli della contrattazione: nazionale (che deve rimanere centrale) aziendale e territoriale dove è già sperimentata.

Il contratto collettivo nazionale di categoria regola i rapporti dei rapporti di lavoro e garantisce trattamenti economici unici. La variazione dei minimi tabellari avverrà in funzione dall'indice dei prezzi al consumo.

L'intesa punta poi a fare crescere la previdenza complementare, a rafforzare i percorsi di alternanza scuola-lavoro e, soprattutto, l'appredistato. Poi la formazione resa più solida grazie ai fondi interprofessionali.

Infine, una accelerazione per completare il testo unico su salute e sicurezza sul lavoro e il potenziamento della rete dei soggetti che favoriscono l'incontro domanda-offerta di lavoro e il rafforzamento degli strumenti di partecipazione dei lavoratori alla organizzazione dell'impresa.

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