È come in quei matrimoni che finiscono male, moglie e marito dopo se ne combinano di tutti i colori. E in questa eterna guerra dei Roses tra renziani e contiani i colpi micidiali non mancano.
Complice la trasmissione Report, che ieri sera ha raccontato di un incontro in un autogrill sull'autostrada, tra un agente segreto e Matteo Renzi, in un momento particolarmente delicato della vita politica italiana, in cui cominciavano le manovre per far cadere il governo Conte.
L'incontro avviene il 23 dicembre 2020, in un parcheggio dell'autogrill di Fiano Romano e dura - secondo Report - una quarantina di minuti. Il servizio di Report nasce per caso. Un'insegnante che quel giorno si era fermata all'area di sosta filma Renzi con il telefonino. Vicino a lui c'è lo 007 Marco Mancini. Di cosa si siano parlati non si sa. Mancini non risponde e Renzi dà una spiegazione assai bizzarra: si sarebbero visti per scambiarsi dei dolcetti di cioccolato e farsi gli auguri di Natale.
Eppure, quell'incontro era già fissato da tempo solo che Renzi lo aveva dimenticato e già partito da Roma per Firenze pregò Mancini di raggiungerlo in autogrill. Ma non si parlò di nomine giurano da Italia Viva. Quello stesso giorno, però, Renzi fa pressioni su Conte all'Aria che tira, su La7, chiedendo in diretta al premier di passare le deleghe sui servizi segreti (che teneva per sé come fece anche Gentiloni) a un sottosegretario. Poi andò a Rebibbia a visitare Denis Verdini. Infine, incontrò Mancini. Conte cedette le deleghe solo il 21 gennaio 2021. Troppo tardi. Il 13 gennaio si dimisero le tre ministre di Italia viva. E il 26 gennaio il governo Conte cadde.
Ma chi è Mancini? Un agente del Dis, l'agenzia che coordina Aisi e Aise, cioè i servizi segreti che si occupano rispettivamente dell'interno e degli esteri. Carriera nel Sismi (il servizio segreto militare predecessore dell'Aise) di cui diventa capo della divisione controspionaggio, braccio destro del direttore Nicolò Pollari.
Diventato famoso per aver partecipato all'operazione in Iraq per la liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, per essere stato coinvolto in un'attività di dossieraggio illecito nel caso Telecom nel 2006 e poi per una condanna a 9 anni per il sequestro dell'imam Abu Omar, rapito a Milano dalla Cia, poi annullata dalla Cassazione.
Mancini è poi nominato caporeparto al Dis, un incarico che però gli va stretto ed è per questo che da tempo puntava i piedi per ottenere una funzione più operativa, dentro l'Aise o l'Aisi, oppure vicedirettore del Dis. Mancini ha anche l'ok dei Cinquestelle. Poi però salta tutto: Conte avvia un giro di poltrone dentro i servizi, ma Mancini resta fuori. Ecco, forse, di cosa si è parlato a quell'incontro.
Renzi non tarda a twittare: «Messaggio agli inconsolabili: il governo Conte non è caduto per intrighi, complotti o incontri segreti (all'autogrill). Semplicemente Draghi è meglio di Conte e l'Italia oggi è più credibile. Tutto qui, si chiama politica». Ma se gli orfanelli di Conte tirano fuori questo video, i renziani contrattaccano.
Il deputato di Iv Luciano Nobili presenta un'interrogazione parlamentare al ministero dell'Economia in cui accusa Report di aver pagato una fattura di 45mila euro a una società del Lussemburgo per confezionare servizi contro Renzi. E il conduttore Sigfrido Ranucci, replica su Twitter: «Report in 25 anni non ha mai pagato una fonte».
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