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Il nuovo fronte dei soldati: "Saremo presenti nel Sahel"

Visita natalizia del ministro Guerini al nostro contingente ad Herat: «Potenzieremo le missioni»

Il nuovo fronte dei soldati: "Saremo presenti nel Sahel"

L'Italia potrebbe potenziare alcune missioni all'estero e aprirne altre. L'annuncio è del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che in visita al contingente italiano in Irak la vigilia di Natale ha chiarito l'importanza di essere presenti in alcune zone critiche, visti gli scenari internazionali che si stanno delineando. I tempi in cui chi lo ha preceduto, la pentastellata Elisabetta Trenta spiazzava gli alleati e metteva in imbarazzo l'intero Paese spiegando di voler valutare una riduzione del contingente in Afghanistan, sono lontani. Guerini ha le idee chiare e lo spiega al Giornale: «A breve ci occuperemo del Decreto missioni e stiamo discutendo sul confermare le capacità delle missioni più importanti, ma stiamo anche ragionando su possibili rafforzamenti di missioni in alcune realtà. Il tema del Sahel, ad esempio, è tra quelli da considerare».

Il Decreto missioni andrà in parlamento a inizio anno. «L'approccio - conferma Guerini - è quello di non fare passi indietro. Semmai è fondamentale non produrre arretramenti e valutare missione per missione. Certo è che in alcuni teatri rafforzeremo la nostra presenza. Ma dovremo fare una valutazione con gli alleati. La linea è quella di salvaguardare i risultati raggiunti e di non rendere vano il lavoro fatto. Siamo qui per fronteggiare le minacce ed è importante - prosegue - far comprendere agli italiani che la nostra presenza è legata alla proiezione e alla responsabilità che il nostro Paese ha nei confronti di alcuni scenari». Al momento è impossibile dare numeri, ma l'idea sarebbe quella di potenziare la missione bilaterale nell'area del Sahel, dove siamo già presenti con un piccolo contingente di circa 100 militari che addestra le truppe nigerine.

Un argomento che arriva a pochi giorni dai passi in avanti fatti sul riordino delle carriere e sullo stanziamento di nuovi fonti per i comparti Difesa e Sicurezza.

«È necessario fare sempre di più dal punto di vista della capacità di far crescere la cultura della Difesa - ha chiarito il ministro. Per questo è importante l'investimento in tecnologie perché questo è un pezzo importante della nostra sovranità nazionale». E ha proseguito: «Ricopro da poco la carica di ministro della Difesa e non voglio prendermi il merito di un riordino su cui hanno lavorato anche altri, ma posso dire che abbiamo messo il massimo impegno nell'approvarlo e che ci impegneremo per fare sempre di più».

Sull'Irak Guerini ha parlato di «situazione grave». «Ho incontrato le autorità politiche irachene - ha raccontato - che hanno manifestato preoccupazione sul tema della stabilizzazione politica del loro Paese. È fondamentale per raggiungere gli obiettivi della missione e quindi guardiamo con apprensione al quadro politico dell'Iraq. Abbiamo chiesto alle autorità politiche di poter garantire ai manifestanti il diritto a manifestare in maniera pacifica e sicura. Ci hanno spiegato che le forze di sicurezza irachene non sono forze di sicurezza addestrate a gestire l'ordine pubblico. Ci hanno quindi chiesto e noi abbiamo dato la nostra disponibilità a pensare a operazioni di addestramento in questo senso in cui vengano coinvolti i nostri carabinieri. La complessità della situazione richiede parole chiare». Anche perché, la «minaccia terroristica dell'Isis - ha proseguito il ministro - non è scomparsa, anzi. L'Isis è sconfitto dal punto di vista militare, ma la minaccia è ancora consistente».

Sulla Libia Guerini ha specificato che «un'iniziativa diplomatica molto forte deve essere assunta a livello europeo perché risolvere il problema libico attraverso le armi ha esasperato la situazione.

Si tratta di un conflitto partito a bassa intensità e poi cresciuto sempre più con un innalzamento dei rischi anche per la Italia».

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