La vita le piace di più adesso, dopo quello sparo in faccia. Dopo l'orizzonte stretto che l'ha portata a premere il grilletto e a finire a terra in unlago di sangue: senza più occhi, labbra, mascella, zigomi, niente. È così che l'ha trovata suo fratello il 25 marzo 2014, una diciottenne apparentemente senza vita e deturpata per sempre. Non c'era più niente di quel volto bello e lineare montato in mezzo ai capelli biondi e alla frangia lunga. Quindi non c'era più lei. Perché senza la propria faccia, non si esiste più.
Eppure alla vita vuole più bene adesso. La capisce meglio, la apprezza per quello che è. E sente di dover «restituire». Perché le sono stati vicino in tanti; perché le hanno regalato una faccia; perché un'equipe di bravissimi medici l'ha opertata gratuitamente; perché la rivista National Geographic ha seguito tutto il suo travaglio, l'ha reso un documentario on line, e alla «fine» di tutto, ha messo la nuova Katie in copertina; perché ha avuto manifestazioni di solidarietà da ogni dove (lei è di Oxford, Mississippi, ma poi è stata trasferita a Memphis, in Tennessee e poi ancora a Cleveland, nell'Ohio). E perché ha capito che dalla vita non ci si toglie da soli. Oggi Katie Stubblefield ha 22 anni, ha subito un trapianto di faccia,con un intervento che è durato 31 ore ed è stato preceduto da altri 22 interventi ricostruttivi. La donatrice era una tossicodipendente di 31 anni, Andrea Schneider, morta per overdose: aveva scelto di donare gli organi ma è stata sua nonna a decidere di donare a Katie il volto della nipote, perché gliela ricordava tanto. E allora le ha donato anche la pelle, le ossa, il cuoio capelluto, le palpebre, il naso, i nervi facciali, i muscoli, la fronte, i denti, la bocca... Tutto quello che serviva. Il giorno che Katie aveva deciso di chiudersi in camera con la pistola, era un giorno come ne possono capitare nella vita di chiunque: una storia sentimentale finita e la madre che aveva perso il lavoro. Brutto. Orrendo, ma tutto sommato ordinario, purtroppo. Ciò che non è stato ordinario, ciò che non lo è mai in questi casi, è stata la reazione. Katie si è ritirata in silenzio nella sua stanza e ha deciso di non esistere più. Perché non si è «solo» sparata, si è sparata in faccia, se l'è fatta esplodere via: decidendo di cancellarsi del tutto. Katie non è più di questo mondo, forse non è nemmeno mai passata di qui.
E invece oggi è ancora qui. Anche se non è più lei. È stata dimessa il primo agosto del 2017 e dovrà prendere farmaci immunodepressivi tutta la vita per ridurre il rischio di rigetto, non riesce a vedere bene e ha difficoltà a parlare. E quando si guarda allo specchio... beh è un'altra e lo sarà per sempre. Ma i suoi genitori se la stringono al petto perché loro sì, la riconoscono. Perché un figlio lo riconosci sotto qualsiasi sembianza.
E adesso Katie vuole studiare l'alfabeto Braille, iscriversi a un college online e spiega che: «La vita è preziosa. Vorrei parlare agli adolescenti del suicidio e del valore della vita. Mi hanno aiutato tante persone, ora vorrei essere io ad aiutare gli altri». L'altra faccia, della sua seconda vita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.