Obama gioca a fare il preside e decide sui bagni dei trans

Il presidente detta le linee guida: strutture separate per sesso e accesso in base alla identità di genere

Valeria Robecco

New York Barack Obama torna alla carica sulla scelta dei «bagni per transgender» e afferma che nelle scuole degli Stati Uniti si potrà optare tra Wc maschili o femminili in base all'identità di genere, e non a quella di nascita dei diretti interessati. Se un transgender si sente uomo andrà al bagno dei maschi, anche se per l'anagrafe è nato donna. E viceversa. Questa l'indicazione di massima per l'inquilino della Casa Bianca che ancora una volta interviene in uno degli argomenti dal punto di vista sociale più controversi e dibattuti in tutto il Paese. Indicazione però che stride con le disposizioni amministrative imposte da talune autorità locali, in particolare di Stati come la Carolina del Nord, dove alcune settimane fa era stata varata una legge che andava esattamente nella direzione opposta. Si tratta della controversa HB2, anche detta bathroom bill (provvedimento del bagno), che obbliga i transgender a usare, nei luoghi pubblici, i bagni corrispondenti al sesso indicato sul certificato di nascita. A questa sono seguite altre leggi di simile tenore adottate da Stati con giunte repubblicane più dure, come quelle della «Bible Belt», arroccate su posizioni conservatrici in materia di diritti della comunità Lgbt. E tali da aver creato contenziosi legali che sottintendono il contrasto esistente col governo federale di Obama.

Ecco allora che il presidente veste i panni di «preside dei presidi» delle scuole pubbliche - come è stato etichettato da alcuni - per dare indicazioni sui criteri con cui i transgender possono scegliere la toilette a loro più confacente. Una sorta di bathroom broker, lo hanno definito gli opinionisti più ironici, per sottolineare con sarcasmo le priorità del presidente nella gestione della cosa pubblica. Non sono pochi infatti a ritenere che in un momento complesso come quello attuale, con la lotta al terrorismo e le crisi in Medio Oriente, il nucleare e l'economia che non decolla, il Commander in Chief dovrebbe occuparsi di questioni più «serie».

Le critiche non sembrano sfiorare Obama, che ha dato ordine al Dipartimento della Giustizia e a quello dell'Istruzione di diffondere a tutte le scuole le linee guida per garantire i diritti civili degli studenti transgender. Il vademecum contiene informazioni per assicurare che tutti gli allievi possano frequentare le lezioni in un ambiente libero da discriminazioni basate sul sesso, come prevede l'articolo IX della legge sull'istruzione del 1972. Come condizione per ricevere fondi federali, quindi, le scuole «dovranno fornire strutture separate sulla base del sesso, consentendo però agli studenti transgender l'accesso coerentemente alla loro identità di genere».

Un ultimatum inaccettabile, per il governatore repubblicano della Carolina del Nord, Pat McCrory, che ha già avviato una causa legale contro i diktat di Washington.

Per tutta risposta il ministro della Giustizia Loretta Lynch ha annunciato una contro-causa, spiegando che la Carolina del nord con questa legge viola il Civil Rights Act. «La storia è dalla vostra parte», ha detto Lynch rivolta alla comunità di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, bollando la HB2 come «una discriminazione sponsorizzata dallo stato».

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