Obama sul ring per fermare Trump

Democratici senza un leader forte. L'ex presidente torna in campo per il Midterm

Obama sul ring per fermare Trump

New York - Ha i toni di una corsa presidenziale l'elezione di Midterm che deciderà le sorti del Congresso per i due anni che rimangono a Donald Trump dalla fine del suo primo mandato alla Casa Bianca. Il presidente americano e il suo predecessore Barack Obama sono i grandi protagonisti di questi ultimi giorni di campagna elettorale, e durante il tour de force negli stati chiave non lesinano duri attacchi reciproci. Obama esorta gli elettori a reagire a «una politica basata sulla divisione»: «L'America è a un bivio, in queste elezioni sono in gioco i valori del nostro paese e le conseguenze possono essere pericolose», dice nei suoi comizi dalla Florida alla Georgia. Obama è l'unica voce forte dei democratici a livello nazionale dopo che i candidati hanno girato le spalle a Bill Clinton, in epoca di #metoo, e il partito è alla ricerca di nuovi leader. «Abbiamo visto ripetuti tentativi di dividerci con una retorica pensata per renderci arrabbiati e timorosi, e che sfrutta la nostra storia di divisioni razziali, etniche e religiose per metterci l'uno contro l'altro - continua - Il cambiamento può ancora avvenire, la speranza non è morta», incoraggia l'ex presidente, riprendendo due degli iconici slogan delle sue campagne, «Change» e «Hope». Sottolinea come i cittadini non dovrebbero essere confusi dalla disinformazione e attacca il tycoon, che «mente e si inventa le cose».

Obama «ha poco seguito e mente», se vince l'onda blu dei democratici «sarà un'onda criminale», replica The Donald, che segue alcuni dei comizi del predecessore dall'Air Force One tra una tappa e l'altra. «È solo una bugia dopo bugia, una promessa mancata dopo l'altra», spiega durante un appuntamento in West Virginia.

L'ultimo sondaggio di Washington Post e Abc News conferma che i democratici sono avanti alla Camera, con il 50% contro il 43% dei repubblicani, ma questi ultimi potrebbero ribaltare le previsioni grazie alle valutazioni sempre più positive sull'economia e alle preoccupazioni per la sicurezza dei confini. Il vantaggio dei dem, ora pari 7 punti, è infatti in calo rispetto al mese scorso, quando toccava gli 11 punti, e ancora di più rispetto ai 14 punti di agosto. La proiezione inoltre registra le reazioni più ottimistiche sullo stato dell'economia da quasi vent'anni a questa parte, con il 65% degli americani che lo considerano buono o eccellente. E le percentuali potrebbero migliorare ancora, visto che il sondaggio è stato realizzato prima dei dati sull'occupazione di venerdì scorso, con la Trumpeconomy che in ottobre ha creato 250 mila nuovi posti di lavoro, ben al di sopra delle attese (pari a 190 mila), e la disoccupazione stabile al 3,7%. Trump, da parte sua, ammette che i dem potrebbero vincere la Camera, ma invita a non preoccuparsi, assicurando che troverà un modo di lavorare con un Congresso diviso. Poi, postando su Twitter una foto del suo arrivo sabato sera a Pensacola, in Florida, commenta: «Formidabili code di gente che vuole esserci, che folla! È un segno della forza repubblicana per martedì?».

La grande assente dalla campagna elettorale del tycoon, però, è la first lady Melania, nonostante la sua popolarità sia in continua ascesa, e nettamente più alta di quella del marito. Colpa di un'agenda troppo fitta, spiega la sua portavoce, Stephanie Grisham: «A causa degli impegni come madre e first lady, specialmente con le festività in arrivo e i viaggi internazionali, non è previsto che faccia campagna».

Un atteggiamento opposto al resto del clan Trump, in prima linea con i figli Ivanka, Eric e Donald Jr, ma che non è inusuale per Melania, la quale ha scelto sin dall'inizio dell'avventura presidenziale del consorte di limitare le sue apparizioni elettorali.

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