Obama torna atlantista: «Difenderemo ogni alleato»

New YorkIl presidente americano Barack Obama arriva in Estonia per rassicurare l'Europa: il sostegno di Mosca ai separatisti in Ucraina non si tradurrà in un via libera ad un'aggressione incontrollata dell'ex repubblica sovietica. Parlando da Tallinn poco prima dell'inizio del vertice Nato in Galles, il Commander in Chief statunitense non lascia spazio a dubbi e tuona: «Non accetteremo nessuna occupazione russa in nessuna parte dell'Ucraina». Mosca «sta pagando un prezzo pesante per le sue azioni», aggiunge Obama in una conferenza stampa con il collega estone, Toomas Hendrik Ilves, e ricorda che una situazione come quella attuale è «storicamente molto pericolosa in Europa», ma che in questo momento c'è «un'opportunità» per risolvere la crisi. L'inquilino della Casa Bianca spera in una soluzione politica, ma precisa che è ancora troppo presto per dare un parere sul cessate il fuoco annunciato da Mosca e Kiev. Per Obama, la visione di una Europa di pace e libertà è minacciata dalle azioni della Russia contro l'Ucraina, ma l'Alleanza Atlantica non permetterà un'aggressione incontrollata. «I confini non possono essere ridisegnati dalla canna di una pistola», dice, e aggiunge: «Difenderemo i nostri alleati della Nato, e ciò significa ogni alleato». Tra i temi caldi sul tavolo del vertice in Galles c'è inoltre la lotta alle organizzazioni terroristiche: «Uno degli obiettivi è portare la Nato a lavorare insieme a noi per creare una partnership sul piano regionale, che possa combattere non soltanto l'Isis», ma anche gli altri gruppi, spiega Obama denunciando la decapitazione di Steven Sotloff come un «orribile atto di violenza». «Non ci faremo intimidire» e «faremo giustizia», chiosa il presidente americano all'indomani del video dell'esecuzione del giornalista diffuso dallo Stato Islamico. Gli Stati Uniti vogliono neutralizzare l'Isis: «Dobbiamo garantire che non sia una minaccia costante nella regione - afferma Obama -. Ci riusciremo, anche se ci vorrà tempo». A suo parere gli Usa, con la comunità internazionale, possono ridimensionare l'influenza dell'Isis e le sue capacità finanziarie e militari fino a rendere questo problema gestibile. Dalla Casa Bianca emerge che il presidente si consulterà con gli alleati della Nato su ulteriori azioni contro lo Stato Islamico e per sviluppare un'ampia coalizione internazionale. Nel frattempo, Obama autorizza l'invio di altri 350 militari in Iraq per tutelare le strutture diplomatiche e il personale americano.

Dai sondaggi tuttavia emerge che i cittadini statunitensi vogliono con sempre più forza un'interruzione dell'isolazionismo obamiano: secondo una proiezione di Rasmussen, è infatti in costante aumento il numero di americani che sostengono l'invio di truppe di terra in Iraq per combattere l'Isis, passato dal 12% del mese di dicembre al 30%, mentre chi si oppone è sceso dal 71% al 41%.

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