Cronache

"Obbedisco", Enzo Bianchi dice addio alla comunità

Il fondatore di Bose si è trasferito con due confratelli e una suora. Le tensioni con il Papa

"Obbedisco", Enzo Bianchi dice addio alla comunità

Obbedienza, silenzio e preghiera. Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, alla fine ha deciso di accettare il provvedimento del Vaticano che ha disposto il suo allontanamento dalla sede di Bose, in provincia di Biella. E trasferirsi, insieme a due confratelli e una sorella, in un'altra sede, forse in Veneto.

«Giunge l'ora in cui solo il silenzio può esprimere la verità - scrive Bianchi in un tweet - perché la verità va ascoltata nella sua nudità e sulla croce che è il suo trono. Gesù per dire la verità di fronte a Erode ha fatto silenzio». E la risposta di fratel Bianchi è proprio il silenzio. A chi lo ha interpellato risponde così: «È il momento del silenzio, della preghiera incessante per continuare a camminare».

«All'indomani della solennità della Pentecoste - aveva scritto in una nota il Monastero - la comunità di Bose ha accolto la notizia che il suo fondatore, fratel Enzo Bianchi, assieme a fratel Goffredo Boselli e a suor Antonella Casiraghi hanno dichiarato di accettare, seppure in spirito di sofferta obbedienza, tutte le disposizioni contenute nel Decreto della Santa Sede del 13 maggio 2020. Fratel Lino Breda l'aveva dichiarato immediatamente, al momento stesso della notifica».

Tensioni interne e anche questioni di gestione economica sarebbero i motivi dietro al provvedimento della Santa Sede, avallato poi in ultima analisi da Papa Francesco. Ma anche differenti opinioni sulla gestione del monastero tra Enzo Bianchi (la comunità fu da lui fondata 55 anni fa) e il suo successore, Luciano Manicardi, eletto tre anni fa.

La stessa nota di Bose, che riferiva del «decreto singolare» del 13 maggio (inappellabile) a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, parlava delle «serie preoccupazioni pervenute da più parti alla Santa Sede che segnalavano una situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l'esercizio dell'autorità del Fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno».

Fino alla richiesta di superare quelli che nella comunità vengono definiti «gravi disagi e incomprensioni».

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