Occupazioni, centri sociali e migranti. Quei cardinali "no global"

L'elemosiniere di Bergoglio che riallacciò la luce agli abusivi e l'arcivescovo di Siena che lo difese

Occupazioni, centri sociali e migranti. Quei cardinali "no global"
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Mai come questa volta il Conclave sembra essere a maggioranza «progressista». Sono numerosi i cardinali nominati da Papa Bergoglio e apprezzati soprattutto dalla sinistra nostrana, ma tre di questi sono molto vicini anche al mondo dei centri sociali.

Il più noto è il cardinale polacco Konrad Krajewski, l'elemosiniere del papa che nel maggio 2019 è entrato in un palazzo occupato della Capitale per riallacciare la corrente elettrica che era stata staccata a causa dei 300mila euro di debiti e di bollette non pagate. «Sono intervenuto personalmente, è stato un gesto disperato», aveva detto il porporato. Si trattava dell'ex sede dell'Inpdap di Roma di via di Santa Croce in Gerusalemme occupato dove nel 2013 è sorto lo Spin Time Labs, una sorta di centro sociale dove tuttora vivono abusivamente centinaia di famiglie straniere. Un luogo che nel giugno del 2021 ospitò un dibattito tra gli aspiranti sindaci candidati alle primarie del centrosinistra a Roma, compreso l'attuale primo cittadino Roberto Gualtieri che, da quando si è insediato in Campidoglio, sta cercando di acquistare l'immobile per conto del Comune. Ma Krajewski non è l'unico porporato ben visto dalle parti di via di Santa Croce in Gerusalemme.

Sempre nel 2019 il monsignor Paolo Lojudice, all'epoca segretario della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e oggi arcivescovo di Siena, partecipando a un incontro pubblico organizzato dagli occupanti dell'ex Inpdad, difese il gesto di Krajewski dicendo: «Non tutte le leggi sono uguali e sono giuste. Ci sono delle leggi che un cristiano non può condividere, proprio alla luce della fede di fronte alla quale, come prevede lo statuto di un cristiano, è prevista l'obiezione di coscienza». Era il periodo «clou» del governo gialloverde e dell'emergenza immigrazione di cui si occupava l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. E a tal proposito, Lojudice disse al Giornale.it: «Non è mio compito entrare nel merito ma certamente i decreti sicurezza su alcune cose lasciano un po' perplessi. Bisogna affrontare queste questioni in maniera un po' seria e non con slogan solo perché in questo momento si prendono più voti». Infine, c'è il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e vicinissimo alla comunità di Sant'Egidio, un precursore del dialogo con gli antagonisti di sinistra. Nel 2018, infatti, fu il primo vescovo in Italia a mettere piede dentro un centro sociale, il Tpo di via Casarini a Bologna.

«Non voglio mandare nessun segnale, per me è normale parlare con tutti», disse in quell'occasione in cui veniva presentato il libro Terra, casa, lavoro, un volume sui tre dialoghi di papa Francesco agli incontri mondiali dei movimenti popolari che si erano tenuti a Roma, nel 2014 e nel 2016, e a Santa Cruz, nel 2015.

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