Politica

Gli odiatori di Berlusconi sono tornati più livorosi che mai

Da Marco Travaglio a Mattia Santori la lista degli haters di Silvio Berlusconi è alquanto lunga. Eccone una 'carrellata'

"Troglodita", "Indecoroso". Gli odiatori di Berlusconi sono tornati più livorosi che mai

È bastata l'idea di veder Silvio Berlusconi entrare al Quirinale da Capo di Stato per far sobbalzare tutta la sinistra radical-chic dalle proprie comode poltrone (e non solo).

Tutti gli odiatori storici del Cavaliere, nel giro di pochi giorni, si sono palesati con tutto il loro livore. Primo della lista, ovviamente, Marco Travaglio che, insieme a Peter Gomez e Antonio Padellaro, ha lanciato subito su change.org la petizione "Berlusconi al Quirinale? No, grazie". La premessa è sufficientemente esplicativa del tono dell'elenco delle varie motivazioni che sono state elencate dopo: "Il Presidente della Repubblica dev’essere il garante della Costituzione. Silvio Berlusconi è il garante della corruzione e della prostituzione, non solo sul piano giudiziario, mentre la Costituzione l’ha violata prima e dopo il suo ingresso in politica". Inutile passare in rassegna gli ultimi editoriali di Travaglio dato che il suo livore nei confronti di Berlusconi è ormai noto a tutti. Ma, se il Fatto Quotidiano ha dedicato paginate intere al suo nemico politico, Micromega non poteva essere da meno. La rivista diretta da Paolo Flores D'Arcais ha pubblicato una serie di articoli, o meglio un "memorandum per chi ha ancora coscienza" tutti dedicati al leader di Forza Italia. "A tutt’oggi il pregiudicato Silvio Berlusconi, condannato definitivamente a quattro anni per frode fiscale, dunque in linguaggio d’ogni giorno un criminale patentato, un delinquente matricolato, è l’unico candidato alla Presidenza della Repubblica", si legge sul sito di Micromega dove si paventa il rischio che, con il Cavaliere al Colle, l'Italia possa diventare una 'demokratura' come l’Ungheria di Orban e la Polonia di Kaczynski. Nella lista dei giornali impegnati non poteva mancare l'Espresso che ha lasciato a Marco Belpoliti, autore del libro Il corpo del capo la stesura di un articolo impregnato di 'body shaming'."Il corpo di Berlusconi è stato lo strumento principale del suo dominio: un corpo non bello, non seducente, non espressivo, ma che ha funzionato come il collante della sua stessa politica", si legge sul settimanale di Marco Damilano che apriva con la foto di Berlusconi in copertina, accompagnata dalla frase "Lui no". Il disprezzo verso la figura dell'ex premier è ben rappresentato da alcune frasi che, se fossero rivolte a una donna, farebbero gridare allo scandalo."Le operazioni di chirurgia plastica hanno trasformato il suo viso in quello di una mummia. Al contrario dei faraoni, che si facevano mummificare per entrare nell’eternità grazie alla mediazione delle divinità dell’oltretomba, Berlusconi – si legge ancora nel pezzo di Belpoliti - ha operato per conservare il proprio corpo in vita, poiché egli non crede in alcun modo all’esistenza di una realtà ultramondana".

E dopo i manettari e i radical-chic non potevano mancare le femministe che, sul Manifesto, hanno tuonato: "La percezione di un pericolo per la democrazia è suffragata dalla candidatura di Berlusconi che è inaccettabile, irricevibile, indecente, ma senza sufficiente scandalo istituzionale". Per loro, il Cavaliere "è il simbolo del più becero maschilismo, del sistema di scambio tra sesso, denaro e potere" e la sua candidatura viene definita "una vergogna". Michele Santoro, intervistato da La Stampa, è stato laconico: "Dovrebbero dire tutti che Berlusconi è, semplicemente e chiaramente, inadatto a diventare il capo dello Stato". E ancora: "Di Berlusconi mi sorprende la tenacia. Lui è uno straordinario ballerino della politica: ballerebbe il tip-tap sulla sua tomba. Ha un’irriducibile vitalità. Invidiabile, soprattutto da persone della mia età. Però offre un’immagine patetica del nostro sistema democratico che punta su un ottantacinquenne, del quale tra l’altro non conosciamo lo stato di salute". Rosy Bindi, intervistata a 'Un giorno da pecora', invece, ha dichiarato:"Sono un po' meno preoccupata di qualche giorno fa ma anche solo l'averci pensato è grave. Prima si archivia questa pagina non edificante e prima si inizierà a lavorare per trovare una soluzione corretta". Solo pochi giorni prima, ad Agorà aveva detto: "La bandiera più efficace, semmai persista la candidatura di Berlusconi, potrebbe essere l'uscita dall'aula per fare l'unica conta vera, quella che avrebbe importanza per far capire chi davvero non vuole Silvio Berlusconi. Trovo singolare anche solo che si sia pensato seriamente che Berlusconi possa diventare presidente della Repubblica". La 'sardina' Mattia Santori, solo pochi giorni fa, in un lungo post su Facebook, ha pubblicato la sua personalissima biografia di Berlusconi in cui concludeva dandogli del "troglodita". Oggi, invece, ha suggerito alla sinistra di contrapporre alla candidatura di Berlusconi quella di Monica Cirinnà o Vladimir Luxuria. Come a dire, W la fantasia al potere.

Nella lista degli odiatori non poteva mancare Nanni Moretti. Il regista romano, su Facebook, ha bocciato la candidatura del leader di Fi scrivendo: "'Berlusconi è troppo divisivo', dicono in molti. No, la cosa è più semplice: un personaggio così squalificato e indecoroso non può diventare presidente della Repubblica". Infine, è tornato in piazza il 'popolo viola', per gridare che il Quirinale "non è un Bunga Bunga".

Insomma, sono passati più di 10 anni da quando Berlusconi si è dimesso da premier eppure solo l'ipotesi che possa rimettere piede nel 'Palazzo' fa venire la bava alla bocca a tutti questi intellettuali che, poi, in altre circostanze si spendono in profluvio di parole contro gli haters.

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