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Offensiva Lega su Leonardo. "Profumo lasci per Tabacci jr"

L'ad dell'azienda di Stato nel mirino per l'assunzione del figlio del sottosegretario, che ha delega sullo Spazio

Offensiva Lega su Leonardo. "Profumo lasci per Tabacci jr"

«Vergognoso e imbarazzante»: il primo caso di «Parentopoli» ad investire il governo di Mario Draghi sta tutto nei due aggettivi che dai piani alti della Lega vengono usati per riassumere il caso che da ieri mattina ruota intorno al politico di più lungo corso imbarcato nella squadra di Palazzo Chigi. Ovvero Bruno Tabacci, settantacinquenne sottosegretario alla Presidenza del consiglio, deputato di Centro Democratico: con alle spalle una inaffondabile traversata di sigle e siglette, iniziata con la Dc negli anni prima di Tangentopoli e approdata dal governo Conte-bis al governo Draghi. Perché salta fuori che il figlio di Tabacci, Simone, è stato assunto da Leonardo, la vecchia Finmeccanica, il colosso di Stato che ha nel settore aerospaziale uno dei suoi business. Quale delega ha ricevuto Tabacci padre da Draghi? Esattamente quella al settore aerospaziale. Che rischia così di diventare una sorta di affare di famiglia: la famiglia Tabacci.

Quando la notizia esplode sui siti, Leonardo si precipita a precisare che Tabacci junior è stato assunto in seguito ad una selezione svolta da una società di consulenza esterna che doveva selezionare internazionalmente degli specialisti di M&A, ovvero fusioni e acquisizioni: che avrebbe scelto il manager senza nulla sapere delle sue parentele eccellenti. Possibilissimo. Ma ormai il danno è fatto. Ad insorgere è soprattutto la Lega, che fa sapere di giudicare «gravissimo» il comportamento di Tabacci (contro il quale non parte l'affondo solo per riguardo verso i suoi acciacchi di salute) che era già nel mirino del Carroccio per avere arruolato come consulenti l'ex ministro Elsa Fornero e l'ex commissario al Covid Domenico Arcuri; mentre chiede invece le dimissioni immediate di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo (la cui poltrona è resa già traballante dalla recente condanna per il crac dei Monte dei Paschi di Siena).

Da parte sua, il giovane Tabacci interviene nella polemica solo per garantire «mi asterrò dal partecipare a qualunque attività connessa alle materie concernenti la delega di governo attribuita a mio padre». Un impegno rilevante, visto il peso che l'aerospaziale ha nel business di Leonardo. Ma il problema, viene fatto notare, è soprattutto l'impegno contrario: come farà Tabacci senior ad astenersi da qualunque attività che riguardi Leonardo, protagonista centrale della sua delega come sottosegretario?

Un pasticcio, insomma. E non basta a risolverlo il fatto che il curriculum professionale di Simone Tabacci sia brillante, pieno di esperienze di alto livello sia in Italia che nella finanza internazionale. Nel profilo Linkedin, peraltro, non compare la nomina che dell'incarico attuale sembra un po' il precedente: nel 2004 il brillante rampollo venne cooptato nel Consiglio d'amministrazione di Fonsai, la compagnia di assicurazione dei Ligresti, proprio mentre il padre presiedeva la commissione Attività produttive della Camera.

Ad aggravare il tema del nuovo incarico, c'è l'aspetto economico del contratto firmato da Leonardo con il figlio del sottosegretario: i dettagli non vengono resi noti ma è certo che la carica attuale, «Chief Strategic Equity Office», corrisponde ad un emolumento importante. Così è inevitabile che del caso Tabacci si finisca col parlare anche nel faccia a faccia pomeridiano tra Matteo Salvini e il capo del governo: «Non mi sembra - dice a Draghi il leader leghista - molto di buon gusto».

Silenzio da Pd e 5 Stelle.

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