Berlino ieri ha detto sì al terzo piano di salvataggio alla Grecia di cui la Germania è il primo creditore. Sarebbe «irresponsabile non dare ad Atene l'opportunità di un nuovo inizio», ha dichiarato Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco e tra i più critici osservatori della situazione ellenica. Le Borse europee tuttavia, avendo già scontato l'esito della votazione, hanno proseguito la seduta volatili e nervose e Milano ha lasciato sul campo l'1,7%. Schaeuble, intervenendo al Bundestag prima del voto, ha invitato i deputati ad approvare il salvataggio pur in mancanza di «garanzie di successo». Il ministro ha poi ricordato come «in Grecia il cambiamento sia evidente». In questo scenario, «se la Grecia rispetta gli impegni presi, ci sono le condizioni perché l'economia torni a crescere».
Il via libera al nuovo piano di salvataggio della Grecia da 86 miliardi è stato deliberato dal Bundestag con 454 voti favorevoli su un totale di 558 votanti. I voti contrari sono stati 113 (di cui 63 del Cdu-Csu, un numero superiore ai già preannunciati 56 dissidenti), mentre si sono contate 18 astensioni. Un mese fa quando il Bundestag era stato chiamato ad esprimersi sull'avvio dei negoziati con Atene, i contrari nella maggioranza erano stati di meno: solo Sessanta.
Ottenuto il semaforo verde tedesco, potranno ora essere versati ad Atene i primi fondi. La prima tranche di aiuti di 13 miliardi dovrebbe essere versata già in giornata, così da permettere alla Grecia di rimborsare i 3,2 miliardi di bond in scadenza alla Bce. Quanto al futuro, Shaeuble ha evidenziato come per Berlino sia «imprescindibile che il Fondo monetario internazionale resti al tavolo con i suoi esperti». Sul tema ieri è intervenuto anche Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo, che si è detto fiducioso di un accordo con l'Fmi sul terzo piano di salvataggio greco. L'Fmi finora è rimasto alla finestra ritenendo insostenibile il debito greco in assenza di un condono del debito. La partecipazione del fondo guidato da Christine Lagarde tuttavia potrebbe passare da un compromesso su tassi e scadenze.
Da Atene il premier Alexis Tsipras ha invocato la partecipazione del Parlamento europeo.
«Ritengo politicamente imperativo che l'unica istituzione europea con diretto mandato popolare agisca come garante ultimo della responsabilità democratica e della compatibilità della politica economica in Europa» ha scritto Tsipras a Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.