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Olivetti, De Benedetti nei guai: i pm chiedono sei anni 8 mesi

Processo per i morti di amianto alla Olivetti. I pm chiedono per De Benedetti sei anni e otto mesi di carcere per omicidio colposo plurimo e lesioni personali gravissime

Olivetti, De Benedetti nei guai: i pm chiedono sei anni 8 mesi

Sei anni e otto mesi di carcere per omicidio colposo plurimo e lesioni personali gravissime. Questa è la richiesta di condanna che i pm Laura Longo e Francesca Traverso hanno avanzato oggi contro Carlo De Benedetti per i morti di amianto alla Olivetti. Nella gloriosa azienda di Ivrea, sotto la guida dell'Ingegnere - che ne é stato amministratore delegato per diciott'anni - la presenza di amianto nelle lavorazioni e negli ambienti venne secondo la procura colpevolmente ignorata nonostante fosse perfettamente nota ai vertici, e le bonifiche vennero rinviate, o addirittura omesse, "essenzialmente per motivi economici". Per risparmiare, si permise che operai e impiegati continuassero a venire avvelenati giorno per giorno dall'amianto.

A De Benedetti i pm attribuiscono la responsabilità diretta di sette morti, e di altri due casi di dipendenti ancora in vita, ma destinati a soccombere a breve per mesotelioma pleurico, la malattia di cui le perizie hanno dimostrato il legame diretto con l'esposizione all'amianto. Per altri quattro casi, di cui le perizie hanno escluso o messo in dubbio la causa di morte, le pm hanno chiesto l'assoluzione. Ma il conto che l'Ingegnere si vede presentare è comunque assai pesante.

De Benedetti, che si è sempre rifiutato di rispondere alle domande dei pm, nelle sue dichiarazioni pubbliche si è sempre discolpato parlando della "complessità" della organizzazione aziendale di Olivetti, e lasciando così ai suoi sottoposti la responsabilità della prevenzione delle malattie professionali. Ma nella loro requisitoria le pm hanno rimarcato come in Olivetti i poteri dell'amministratore delegato fossero amplissimi, e come non ci sia traccia di deleghe operative, almeno fino al 1993, rilasciate a dirigenti del gruppo perché si occupassero di sicurezza. Esisteva una struttura aziendale che si occupava di ambiente e sicurezza, ma era una struttura unicamente di consulenza e servizio, priva di poteri decisionali e di potere di spesa. A decidere, insomma, poteva essere solo l'amministratore delegato.

Insieme a De Benedetti, i pm hanno chiesto al tribunale di condannare suo fratello Franco a sei anni e quattro mesi e di Corrado Passera a tre anni e mezzo.

Richiesta di assoluzione invece per Roberto Colaninno, accusato di un singolo episodio di lesioni.

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