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Le 2400 auto blu fantasma stanate da Brunetta

Renato Brunetta stringe sui controlli nella Pubblica amministrazione e censisce le auto blu: multe agli enti che si sottraggono alle rilevazioni

Le 2400 auto blu fantasma stanate da Brunetta

Con la situazione epidemiologica che sta rientrando nei ranghi e Renato Brunetta come ministro della Pubblica amministrazione sono tornati i controlli sulle auto blu, "dimenticati" da Fabiana Dadone. Nonostanti i proclami anti-casta del Movimento 5 Stelle, infatti, il ministro pentastellato si è girato dall'altra parte e, anche complice la pandemia, l'ultimo dato disponibile in merito al numero di autoblu nel nostro Paese è relativo al 2018. Ora, Renato Brunetta e Palazzo Vidoni voglioni recuperare il tempo perso e riavviare il censimento per dare nuovamente la garanzia della massima trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Obiettivo: ridurre i costi eccessivi della Pa.

La prima rilevazione sulle auto blu in Italia è stata effettuata nel 2010 proprio da Renato Brunetta, che ora vuole riprendere il filo del discorso per portare avanti il censimento in maniera chiara ed efficace. "Allora eravamo al primo posto nel mondo per auto blu, con 10mila auto blu per milione di abitanti", ha spiegato il ministro della Pubblica amministrazione. Oggi, la situazione è in netto miglioramento ma sono ancora tante le vetture di servizio nel nostro Paese.

Da febbraio a oggi, i funzionari hanno perlustrato 7 garage pubblici su 10. Qui hanno trovato oltre 2mila auto blu delle quali era stata persa ogni traccia. Di queste, 707 sono a uso esclusivo e il restante a uso non esclusivo. Complessivamente, però, sono 25mila le auto in dotazione allo Stato censite dall'ultimo controllo. Di queste, quasi 20mila sono di proprietà delle amministrazioni e 5mila sono a noleggio.

L'ultima rilevazione disponibile precedente a questa in corso di effettuazione da Renato Brunetta aveva fatto registrare più di 33mila veicoli censiti nei garage pubblici, con un tasso di risposta da parte delle amministrazioni pubbliche pari all'80%. Con i dati attualmente a disposizione, si evince che la Pubblica amministrazione ha ridotto il suo parco veicoli del 23,4% rispetto ai dati del 2018 e del 12,1% rispetto a quelli del 2017, quando le vetture censite erano state poco più di 29mila ma con una risposta del 67%.

Il censimento chiesto da Renato Brunetta andrà avanti fino al 30giugno e solo allora si avrà un quadro completo della situazione. In quella data scade il termine massimo per la dichiarazione da parte delle amministrazioni delle vetture in loro possesso a qualunque titolo fino al 31 dicembre 2020. Come riporta Il Messaggero, il censimento del 2019 ha rilevato che le auto blu a disposizione delle università pubbliche erano 65, quelle negli enti pubblici nazionali 71 e nelle province 89. Le agenzie fiscali ne hanno dichiarato 24, le Authority solamente 7. I Comuni da soli possiedono oltre 11 mila veicoli, poco meno della metà del totale di quelle della Pa. Di questi, 300 sono auto blu a utilizzo esclusivo e altrettante quelle a uso non esclusivo. Nella Sanità si contano oltre 160 veicoli a uso esclusivo con autista e 217 con autista ma a uso non esclusivo.

Sono previste sanzioni per chi enti che evitano i controlli.

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