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Oltre la metà dei tedeschi ha già votato per posta. Comunisti, neonazi e vegani: 47 le liste in corsa

I seggi in ballo sono 598, ma crescono di molto con i "mandati in eccedenza"

Oltre la metà dei tedeschi ha già votato per posta. Comunisti, neonazi e vegani: 47 le liste in corsa

Berlino. L'elezione è oggi e si vota solo dalle 8 alle 18 eppure non ci dovrebbero essere file ai seggi elettorali. Perché come ha spiegato Nico Siegel, direttore dell'istituto demoscopico Infratest-Dimap, «si calcola che circa il 55 per cento dei tedeschi abbia già votato per corrispondenza nelle scorse settimane».

Sono ammessi allo spoglio i voti consegnati entro le 18 di oggi. Anche la cancelliera Angela Merkel ha scelto il voto postale, ha fatto sapere il suo portavoce Steffen Seibert ribadendo che si tratta di «una modalità di voto sicura». A renderla più sicura avrà anche contribuito l'arresto quattro giorni fa nel nordico Schleswig-Holstein di un portalettere che teneva a casa alcuni mucchi di posta, a inclusione di 700 schede elettorali da consegnare.

I numeri ufficiali di questa elezione ci aiutano a leggere meglio la società tedesca. Gli aventi diritto, per cominciare, sono 60,4 milioni contro 61,7 milioni nel 2017. Una riduzione netta di 1,3 milioni di elettori che ben illustra il fenomeno del calo demografico: negli ultimi quattro anni il numero di aventi diritto passati a miglior vita supera nettamente quello di chi ha raggiunto la maggiore età acquisendo il diritto di voto. Ci saranno dunque meno elettori «under 30» rispetto al 2017 e più votanti nella fascia 60-69. Le matricole saranno 2,8 milioni, ossia il 4,6 per cento del corpo elettorale.

Nelle ultime settimane si è molto parlato della gara fra la Cdu di Armin Laschet, il poco carismatico delfino della cancelliera al quale molti avrebbero preferito il governatore bavarese Markus Söder che guida la Csu, della rimonta della Spd con Olaf Scholz, dei Verdi, dei Liberali e dei due partiti, AfD e Linke, che corrono alle estreme. Ma le formazioni politiche ammesse alle corsa per un seggio al Bundestag sono 47, fra cui i più noti Piraten, i Liberi Elettori, Volt e il partito che si chiama «il Partito» (die Partei). Ma sono in gara anche due formazioni comuniste, il Gartenpartei, il V-Partei3 vegetariano, vegano e per il cambiamento (parola che in tedesco inizia con la v) e due partiti neonazisti (l'Npd e Dritte Weg). Giorni fa il Tar della Sassonia ha disposto la rimozione dei cartelloni elettorali di Dritte Weg («la Terza Via») in cui si chiede-va senza tanti complimenti di «Appendere i Verdi!».

Salvo stravolgimenti elettorali, al Bundestag entreranno probabilmente solo sei o sette partiti in virtù della soglia di sbarramento fissata al 5 per cento a livello federale: chi non la supera resta fuori. A ogni elettore viene data una scheda divisa in due: da un lato si sceglie il candidato di maggior gradimento fra quelli presenti nel proprio collegio elettorale - e passerà chi prenderà anche un solo voto più degli altri (collegio uninominale secco); dall'altro lato si dà invece la preferenza a un partito che porta in Parlamento i candidati in ordine di lista (metodo proporzionale).

Ciascuna delle due parti rappresentate sulla scheda contribuisce all'elezione di 299 deputati: la somma dovrebbe fare 598 ma nel 2017 il Bundestag si è «gonfiato» fino a 709 membri, diventando più costoso e meno efficiente. Un fenomeno dovuto ai cosiddetti «mandati in eccedenza» distribuiti fra i partiti per un complicato principio di compensazione fra maggioritario e proporzionale. Le forze politiche hanno provato a metterci una pezza ma un accordo sulla riduzione dei parlamentari ai 598 sulla base delle 299 circoscrizioni elettorali in cui è divisa la Germania non è stato ancora trovato.

Se ne riparla nella prossima legislatura.

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