Ong, nuovo schiaffo dei pm «Associazione per delinquere»

L'accusa in un'altra inchiesta della procura di Catania Dopo Msf e Save the Children si ferma la tedesca Sea Eye

Una alla volta si sfilano tutte. Dopo le Ong Medici senza Frontiere e Save The Children, ieri a chiamarsi fuori dalle operazioni di salvataggio in mare dei migranti è stata la tedesca Sea Eye, anche quest'ultima firmataria del codice di condotta fatto dal governo italiano. «Oggi abbiamo deciso a malincuore di sospendere temporaneamente le nostre missioni di salvataggio», fa sapere l'Ong tedesca, che per bocca del direttore Michael Busch Heuer spiega il perché: «Il motivo è la mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo occidentale, dopo che il governo libico ha annunciato una proroga a tempo indeterminato e unilaterale delle acque territoriali, in relazione a una minaccia esplicita contro le Ong private». Ogni organizzazione ha addotto pressapoco le stesse motivazioni. Che però sono contraddittorie oltre che incomprensibili. È vero che il governo di Tripoli ha deciso di proibire le attività delle navi delle Ong fino a 180 chilometri (97 miglia) dalle proprie coste, ma non si capisce perché la flotta delle associazioni umanitarie non possa proseguire le proprie operazioni. Che uno raccolga i migranti a 12 miglia dalla Libia o a 97 non c'è alcuna differenza se devi salvare qualcuno. A meno che, e non è una novità, la nuova distanza metta in difficoltà gli scafisti, con traversate più lunghe e meno frequenti, oltre che maggiori rischi.

E sui contatti, più o meno leciti, fra scafisti e associazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo si è aperto anche un nuovo fronte giudiziario. Dopo la Procura di Trapani, che sta indagando su dei singoli volontari che avrebbero favorito gli scafisti, è entrata in scena anche quella di Catania. Il procuratore capo Carmelo Zuccaro, infatti, ha deciso di aprire un fascicolo per il reato di associazione per delinquere finalizzato al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La procura catanese non nega che gli scopi umanitari delle Ong, ma indaga perché avrebbero violato il codice penale. Come nell'inchiesta di Trapani, sarebbero venuti a galla i contatti fra operatori umanitari e scafisti ma, in questo caso, i volontari non avrebbero agito isolatamente ma come una vera e propria associazione per delinquere. Ancora non è emerso chi sia stato iscritto nel registro degli indagati e quali associazioni sia sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. Nell'inchiesta ci sarebbe inoltre il coordinamento con la Procura di Palermo, come ha riportato il Fatto Quotidano, e quindi sono tre le procure impegnate a indagare sulle Ong e sui loro rapporti con trafficanti di uomini.

Un po' più delineate sono invece le indagini dei magistrati trapanesi. I Pm Andrea Tarondo e Antonio Sgarella hanno già iscritto nel registro degli indagati alcuni volontari della Jugend Rettet, di Medici senza Frontiere e di Save the Children. Assieme a loro i comandanti della Iuventa, nave dell'Ong tedesca Jugend Rettet, e il sacerdote eritreo Mussie Zerai.

Insomma, la grande macchina messa in moto per raccogliere maigranti in tutto il Mediterraneo e portarli in Italia si è inceppata. Da un lato ci sono le inchieste giudiziarie, diventate ormai un deterrente, dall'altro la linea del governo italiano, non rigida ma che sicuramente mette un freno a possibili operazioni illegali. «Il problema è l'assurda e crudele linea politica del governo italiano e dell'Europa per risolvere il problema migranti» ha dichiarato infatti Stefano Argenziano di Msf a Repubblica -.

Il codice di condotta è solo una distrazione, non ha alcuna base legale. Chi rispetta la legalità siamo noi, come abbiamo sempre fatto. Sono illegali, invece, gli accordi con la Libia». Ma intanto per la prima volta non ci sono stati sbarchi. Con buona pace di Boldrini e compagni

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