Ong, Salvini studia un'altra stretta: multe più salate e carcere

Al Viminale sono al lavoro per inasprire il decreto Sicurezza bis. E si sta valutando anche la chiusura del confine Est del Paese

Ong, Salvini studia un'altra stretta: multe più salate e carcere

Mentre Carola Rackete è in attesa del processo per direttissima, altre due ong hanno fatto rotta verso le acque libiche. La "Alan Kurdi" dell'ong tedesca Sea Eye e la Open Arms dall'ong spagnola Proactiva Open Arms sono pronte a lanciare una nuova sfid al governo italiano. Ma, visto che le sanzioni decise dalla Gurdia di Finanza sembrano non aver preoccupato più di tanto, Matteo Salvini starebbe valutando la possibilità di raddoppiarle. Secondo diverse indiscrezioni pubblicate sui quotidiani di oggi, al Viminale starebbero infatti lavorando a un ritocco del decreto Sicurezza bis.

Alla Open Arms e alla Alan Kurdi, che in queste ore stanno navigando verso la Libia, Salvini ha già mandato un avvertimento molto chiaro su cosa rischiano nel caso in cui dovessero pensare di portare in Italia i migranti recuperati in mare: divieto di ingresso nelle acque territoriali e, in caso di disobbedienza, arresto, multe e sequestro della barca. "Ong avvisate - chiosa il vicepremier leghista - mezzo salvate". Al ministero dell'Interno, però, c'è chi ritiene che il seccondo pacchetto misure non sia ancora del tutto incisivo. Lo dimostra il fatto che all'ong tedesca sia bastata una raccolta fondi online per raccattare su il denaro sufficiente a coprire i 16mila euro di multa staccata al capitano, al proprietario e all'armatore della Sea Watch 3. Da qui, come rivela Repubblica, l'idea di intervenire direttamente sulla conversione in legge del decreto Sicurezza bis durante la conversione in legge con una serie di emendamenti che mettano fuori gioco, una volta per tutte, le ong che, nonostante la chiusura dei nostri porti imposta da Salvini, cercano ancora di scaricarci i clandestini.

Gli emendamenti al decreto Sicurezza bis, che sono in queste ore al vaglio del Viminale, prevederebbero "sanzioni ancora più pesanti (forse anche penali come l'arresto) e multe più salate". Ma non è tutto. Quel che è certo è che dal ministero dell'Interno è partito un segnale netto di contrasto a qualsiasi forma di immigrazione clandestina. È per questo che, mentre si lavora al fronte mediterraneo, non viene lasciato indietro nemmeno il confine italo-sloveno dove, a partire da domani, inizieranno i pattugliamenti misti tra la Polizia di frontiera italiana e le forze dell'ordine slovene. L'obiettivo è, appunto, tenere sotto controllo la fascia confinaria delle provincie di Trieste e Gorizia, sul versante italiano, e di Koper e Nova Gorica, su quello sloveno.

E, nel caso questo non dovesse essere sufficiente, il governatore del Friuli-Venezia Massimiliano Fedriga ha già fatto sapere al Fatto Quotidiano che si sta studiando anche l'ipotesi di costruire "un muro", lungo 243 chilometri, "o altro" lungo il confine est del nostro Paese.

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