Onorato: "Dopo 'Affittopoli' Marino deve dimettersi per manifesta incapacità"

Parla il consigliere comunale Alessandro Onorato, che ha scoperto che anche la fondazione di Marino beneficiava degli affitti a basso costo

Onorato: "Dopo 'Affittopoli' Marino deve dimettersi per manifesta incapacità"

Alessandro Onorato è forse il più agguerrito oppositore della giunta di Ignazio Marino. In Campidoglio ricopre il ruolo di capogruppo della lista di Alfio Marchini e in questi giorni è sulle cronache di tg e giornali, locali e nazionali, per aver scoperchiato il vaso di Pandora sullo scandalo degli immobili affittati per pochi euro dal Comune. Il Giornale.it lo ha intervistato per sapere come sono realmente andati i fatti e qual è la reale situazione della Capitale amministrata dal "sindaco marziano".

Lo scandalo "affittopoli" è nato a seguito di una delibera della giunta Marino che voi della lista Marchini avete definito una svendita del patrimonio comunale. Perché parlate di svendita?

"Stiamo parlando di immobili di pregio, per la maggior parte nel centro storico di Roma, che rischiano di essere venduti nel momento in cui i prezzi del mercato immobiliare sono ai minimi storici e continueranno a scendere. Per non parlare del 30% di sconto che vorrebbero garantire ai miracolati, regolari assegnatari del contratto di locazione, che hanno pagato pochi spiccioli di affitto per decenni. Come definire questa operazione, se non svendita?"

La giunta però ha detto che avrebbe fatto marcia indietro per lo sconto del 30%

"Hanno provato a fare il colpo gobbo ai danni dei romani e noi li abbiamo bloccati. Ma anche senza lo sconto del 30% la svendita è assicurata, perché le stime che hanno fatto sono davvero ridicole: in zona Colosseo hanno considerato un prezzo base di 5.000 euro al metro quadro, quando in realtà il valore di mercato è almeno il doppio".

Quali sono allora le vostre proposte?

"Va bene vendere gli immobili che non sono strumentali all’attività amministrativa ma i beni di pregio vanno valorizzati. Abbiamo chiesto di stralciarli dalla delibera e di rivalutare i canoni, adeguandoli ai prezzi di mercato. In questo modo incasseremmo oltre 25 milioni di euro da reinvestire per la città".

Perché il Comune ha tanta fretta di vendere?

"Non lo so, forse vuole solo comprare tempo prima del fallimento o forse ha qualcosa da nascondere. In entrambi i casi, sarebbe una cosa gravissima".

Oltre al sindaco Marino e all'assessore Cattoi, è possibile che altri membri della giunta abbiamo beneficiato di questi bassi affitti?

"Non mi meraviglierei se fosse così. Stiamo indagando e non molleremo, sta emergendo sicuramente una gestione opaca. Per avere l’elenco degli immobili in locazione e in concessione del Comune di Roma ho dovuto addirittura chiamare i carabinieri. L’elenco che ho avuto è incompleto, mancano per esempio i dati degli affittuari, le morosità e i metri quadri degli immobili. Ho dovuto quindi verificare ogni singolo indirizzo ed è così che ho scoperto che, tra gli immobili in concessione, c’è anche la onlus fondata dal sindaco Marino e dall’assessore Cattoi, Imagine che si trova in via del Volsci 10 e paga circa 180 euro al mese. Ci sono anche decine e decine di ristoranti, bar, distributori di benzina e negozi vari affittati a pochi spiccioli. Una vera e propria ‘Affittopoli’ che Marino voleva tenere nascosta".

Oltre alla "svendita" quali sono stati finora gli errori più grandi della giunta Marino?

"Gli errori sono molti, ma possono riassumersi in un unico dato: la mancanza assoluta di una visione della città. Il Sindaco ha preferito concentrarsi su provvedimenti ‘spot’ fortemente simbolici, come la finta pedonalizzazione dei Fori o le unioni civili, ma in due anni di governo non è stato in grado di affrontare le più grandi priorità di Roma: il trasporto pubblico, la raccolta dei rifiuti, la manutenzione delle strade e del verde, e il lavoro. La città è sempre più sporca e degradata, l’illegalità regna sovrana".

Secondo Lei, dopo questo scandalo, Marino dovrebbe dimettersi?

"Questo è solo uno dei tanti scandali. Lo diciamo da tempo, dovrebbe dimettersi per manifesta incapacità".

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