La Open Arms torna in mare e ancora una volta mette sul banco degli accusati l'Europa. Dopo il braccio di ferro consumato nel corso di quest'estate tra le Organizzazioni non governative, Ong, e l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per la prima volta dal sequestro a fine agosto la Open Arms ha effettuato un nuovo salvataggio in mare.
Ad annunciare la ripresa delle operazioni di soccorso in mare la stessa Ong con un tweet. «Quaranta persone su un'imbarcazione di legno nell'oscurità, tra loro un bimbo e un bebé. Li abbiamo trovati così. Per fortuna hanno trascorso la notte a bordo Open Arms», il primo messaggio sui social accompagnato anche da un video delle operazioni notturne.
«L'omissione di soccorso da parte degli Stati europei è sistematizzata e consapevole», ha denunciato Oscar Camps, il fondatore di Open Arms che poi ha voluto ricostruire la fasi del salvataggio sottolineando che l'imbarcazione in legno «era in precarie condizioni di navigazione con 44 persone a bordo, tra cui 4 donne e 2 bambini piccoli».
Inutili le richieste di collaborazione, dicono dalla Ong che giudica «una vergogna quello che sta accadendo nel Mediterraneo Centrale».
Questo tratto di mare, insistono, «è sorvegliato e monitorato» e anche quando c'è stato il naufragio a poca distanza da Lampedusa «erano almeno tre gli assetti aerei che perlustravano la zona, la verità è che si sa tutto, ma nessuno interviene, le persone si lasciano morire senza che venga prestato loro soccorso».
Open Arms dopo aver lanciato varie richieste di poter approdare alla fine ha ottenuto il via libera da Malta per «far sbarcare in sicurezza i 44 naufraghi a bordo che hanno bisogno di cure e assistenza immediata». L'operazione di soccorso si è svolta di notte a 50 miglia da Lampedusa in zona Sar maltese. La Open Arms è stata posta più volte sotto sequestro.
A fine agosto la decisione venne presa dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, allo scopo di sbloccare la situazione di stallo che si protraeva da giorni a causa del braccio di ferro con il Viminale. Il sequestro in sostanza permise ai migranti di scendere a terra dopo che le condizioni igienico sanitarie erano state giudicate insostenibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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