Ora anche gli analfabeti hanno un social network

Lo ha lanciato un ingegnere del Mali in un Paese dove il 50% delle persone non sa leggere e scrivere

Ora anche gli analfabeti hanno un social network

Federico Malerba

La notizia non sembra neanche una notizia: è nato il primo social network per analfabeti. Ma non quelli «funzionali», che - secondo la definizione dell'Unesco - «sono incapaci di comprendere, valutare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società», e nemmeno quelli che con la grammatica hanno un rapporto più o meno complicato. No, qui stiamo parlando di analfabeti veri e propri, impossibilitati, in quanto tali, a utilizzare Facebook, Twitter, Whatsapp e compagnia bella.

Nell'Africa subsahariana il 50% della popolazione non sa né leggere né scrivere. E non a caso proprio da quelle parti è nato Lenali, il primo social audio pensato per chi possiede uno smartphone, anche a basso costo, con cui registrare messaggi vocali della durata massima di 59 secondi, oltre che pubblicare foto, video e, per chi è in grado di comporli, brevissimi testi. Lo ha inventato l'ingegnere maliano Mamadou Sidibè, uno che ha studiato in Europa (San Pietroburgo e Versailles) e che una volta tornato a Bamako ha messo a punto questa piattaforma multilingue investendo 160mila euro tra fondi propri e donazioni.

Per farlo crescere ne serviranno molti di più, ma intanto il governo ne ha già riconosciuto la pubblica utilità e la versione gratuita, disponibile su Google Play, è stata scaricata da 30mila utenti nell'ultimo anno. Quasi tutti in Mali: attualmente, infatti, è disponibile solo in bambara, soninke, songhay, wolof, moore (ossia i dialetti più diffusi nella nazione) e in francese. Ma non è affatto escluso che possa prendere piede anche in zone più scolarizzate del globo, perché al Consumer Electronics Show di Las Vegas - dove è stato presentato - ha suscitato l'interesse alcune compagnie telefoniche che potrebbero acquistarlo e diffonderlo.

Il mondo dei social, infatti, è in continua evoluzione e anche un gigante come Facebook deve fare i conti con l'obsolescenza: un sondaggio del Pew Research Center ha rivelato che più della metà degli adolescenti americani tra i 13 e i 17 anni snobba la creatura di Zuckerberg a vantaggio di YouTube, Instagram e Snapchat.

In attesa che Lenali vada a fargli concorrenza, e che magari le «legioni di imbecilli a cui i social media hanno dato parola» - in questo caso il copyright è di Umberto Eco - traslochino su piattaforme vocali per la gioia dell'ortografia, per il momento possiamo farlo almeno rientrare nella categoria dei social più strani. In cui peraltro trova concorrenti agguerritissimi. Ce n'è per tutti i gusti, da Skinbook (riservato ai nudisti) ad Affluence (per iscriversi al quale occorre un patrimonio verificabile di almeno 3 milioni dollari), da a Respectance (in cui i profili possono essere esclusivamente defunti a cui rendere un tributo) a Amicizie Cattoliche, subito ribattezzato come «il Tinder dei credenti».

Ma qui probabilmente il vincitore indiscusso è Second Wife, una piattaforma di dating riservata

a musulmani poligami. Che possono accrescere il loro harem conoscendo le nuove potenziali mogli nel rispetto della loro religione: a occhio e croce chattando, più che facendosi conquistare da una foto-profilo col velo...

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