Ora comanda Mattarella fra strigliate al premier e appelli all'opposizione

Il capo dello Stato avvisa Conte: ascolti E chiama il centrodestra: "Ora collaborate"

Ora comanda Mattarella fra strigliate al premier e appelli all'opposizione

Un giro di telefonate, qualche contatto con le capitali europee, e il Quirinale riprende in mano la situazione. Ora basta, dice a tutti Sergio Mattarella, «adesso dovete collaborare». Sono ore difficili, spiega, questo è il momento dell'unita, quindi smettetela con i giochetti politici. L'opposizione dimostri «flessibilità», ma il governo offra «capacità di ascolto»: il Parlamento deve funzionare e il decreto Cura Italia deve essere discusso. In fretta, certo, senza ostruzionismo, però va comunque esaminato. Quanto a Giuseppe Conte, se non è commissariato, quanto meno ora è sotto la tutela del Colle.

Tentennamenti, liti, la tempesta finanziaria, la tenuta della solidarietà nazionale che sta crollando proprio nei giorni della massima emergenza, la possibilità che l'opposizione voti contro il decreto. Tutto ciò ha convinto il capo dello Stato a farsi sentire, mettendo sul piatto tutto il peso dell'istituzione. Ha strapazzato un po' Conte, ha parlato con ministri importati come Gualtieri, Franceschini e Guerini, ha chiamato pure i leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, si è consultato con i presidenti delle Camere Casellati e Fico. A tutti ha ripetuto che bisogna fare «uno sforzo ulteriore di comprensione», collaborando per portare in fretta il Paese fuori dai guai. Se le opposizioni non si devono irrigidire, Palazzo Chigi deve ascoltare di più e condividere le decisioni, non può limitarsi a informare a cose fatte. Bisogna guardare la luna e non il dito che la indica, perché ogni buona idea può essere utile.

In queste settimane Mattarella ha sempre tenuto un filo costante con le opposizioni, ricevendo Salvini all'inizio dell'epidemia, restando in contatto costante con i governatori del Nord, Fontana e Zaia. Nelle ultime ore ha pure sentito Macron, la von der Leyen e il presidente tedesco Steinmeier. E ha scritto un messaggio al Papa: «Santità, il suo invito a riscoprire le ragioni della collaborazione e i suoi appelli ad abbracciare il dialogo e rifuggire dalla cultura dello scarto indicano il cammino per affrontare le emergenze globali». E vale anche per la politica italiana.

La mossa del Quirinale forse non basterà per tornare all'unita nazionale, però qualche risultato lo ha già raggiunto. Silvio Berlusconi garantisce «la nostra piena disponibilità a collaborare per uscire da questa situazione». Tuttavia «il governo deve accogliere almeno alcune delle proposte che avanziamo nell'interesse dei cittadini». Forza Italia valuta «con favore i primi interventi sanitari, ma non quelli economici» perché «di scarso impatto soprattutto per i lavoratori autonomi». Inoltre c'è preoccupazione che dopo i crolli in Borsa gli stranieri facciano shopping tra le nostre imprese.

Giorgia Meloni ha «molto apprezzato» la telefonata del presidente. «Ho confermato il nostro spirito collaborativo e di responsabilità, spero che il governo abbia lo stesso atteggiamento». E questo è appunto il problema di cui Salvini ha parlato con il capo dello Stato: siamo disponibili, ha spiegato, però per noi la porta di Conte non è mai stata aperta. Al di là della nota questione personale con il premier, il segretario della Lega ne solleva una politica. «Chiedo tre interventi immediati.

Inviare subito nelle zone di guerra almeno cento tra medici e infermieri, perché a Bergamo e Brescia si muore in casa. Spostare le scadenze fiscali. Non usare il virus per svuotare le carceri». E sul decreto, «sono soddisfatto che vada il commissione, però non si aspettino che approviamo tutti i 127 articoli a scatola chiusa».

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