Ora il Cremlino accusa l'esercito di Zelensky: "Usa armi chimiche, avvelenati i nostri soldati"

Rinvenuta sui militari reduci da Zaporizhzhia la tossina del botulino

Ora il Cremlino accusa l'esercito di Zelensky: "Usa armi chimiche, avvelenati i nostri soldati"

Agenti chimici illegali contro le truppe. La denuncia arriva da Mosca, secondo cui l'esercito di Kiev avrebbe utilizzato «la tossina del botulino di tipo B», la proteina più tissica conosciuta in natura, come riferiscono le agenzie russe, contro i propri militari in almeno un'occasione nell'area di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d'Europa.

Il ministero della Difesa, citato da Interfax e Tass, parla di segni di «forte avvelenamento» riscontrati in soldati reduci da quella regione del fronte, per i quali si sarebbe reso necessario il ricovero in ospedale.

La circostanza, secondo quanto fa sapere il ministero della Difesa russo citato dalla Tass, sarebbe confermata dagli esiti di un'analisi da parte degli esperti di un centro di ricerca di medicina militare di San Pietroburgo, che avrebbe individuato la presenza di tossina botulinica di tipo B nei test effettuati sui soldati russi che presentavano segni di avvelenamento al termine della loro missione nella regione di Zaporozhzhia.

Il ministero della Difesa russo ha anche fatto sapere che sta preparando il dossier con i risultati dei test effettuati sui soldati ricoverati. «Le prove del terrorismo chimico del regime di Kiev - fa sapere Mosca in una nota - saranno presto presentate all'Opac», l'Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche con sede all'Aia. I russi accusano direttamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il cui «regime» avrebbe «autorizzato l'utilizzo degli agenti chimici».

Un'indagine supplementare è in corso, si aggiunge, per l'avvelenamento del governatore ad interim di Kherson, la regione nel sud dell'Ucraina sotto controllo russo.

E a proposito di sostanze «tossiche», in un'intervista alla Tass il viceministro degli Esteri russo Alexander Pankin ha definito così l'euro e il dollaro, annunciando l'intenzione di ridurre gli scambi con i partner in quelle valute. «Contro le crescenti pressioni geopolitiche dell'Occidente collettivo - ha detto Pankin - l'unico modo per garantire la stabilità dei legami commerciali, economici e di investimento tra la Russia e i suoi partner è quello di evitare l'uso di valute che sono diventate tossiche, in primo luogo il dollaro statunitense e l'euro, e passare a soluzioni alternative accettabili, principalmente in valute nazionali». Il vicecapo della diplomazia russa ha osservato che l'attuale sistema finanziario globale costruito da Washington si è dimostrato «inadatto alle condizioni di un ordine mondiale multipolare ed è diventato essenzialmente uno strumento per raggiungere gli obiettivi politici di un gruppo di Paesi». «È abbastanza ovvio - aha aggiunto Pankin - che nelle condizioni attuali l'Occidente intende continuare ad abusare della sua posizione privilegiata.

È incoraggiante vedere che molte nazioni, ritenendo le sanzioni contro la Russia straordinarie e illegittime, stanno pensando alla necessità di de-dollarizzare l'attività economica estera per garantire la propria sovranità. Come si è visto, se c'è la volontà politica, la questione è risolvibile».

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