Draghi convoca i ministri: cosa succede nel governo

Mario Draghi convoca a sopresa il Consiglio dei ministri. La richiesta del premier sulle riforme e il rimprovero per le "liti". Cosa succede a Palazzo Chigi

Draghi convoca i ministri: cosa succede nel governo

Il premier Mario Draghi, dopo la discussione parlamentare di oggi in merito alla linea da perseguire rispetto alla guerra in Ucraina, ha convocato in un clima di sorpresa generale il Consiglio dei ministri. Il presidente del Consiglio ha in precedenza soltanto fatto sapere di voler fare alcune "comunicazioni". Una volta riunitosi il Cdm, presidente della Bce ha voluto porre sul tavolo quello che sembra un "ultimatum" alle forze che sostengono il governo d'unità nazionale.

Come ripercorso dal Corriere della Sera, il presidente del Consiglio ha domandato ai capi di Dicastero di porre un freno alle "liti". Il prezzo da pagare, nel caso la maggioranza non reggesse alle conseguenze di un tipo di dialettica politica che sembra essere mal tollerato dal premier, sarebbe quello di non poter più contare su quanto predisposto, in termini economici, rispetto al Pnrr. E il punto focale della richiesta di Draghi è rappresentato dalle riforme.

Lo stesso capo dell'esecutivo, secondo quanto trapelato sull'Adnkronos, avrebbe ipotizzato la necessità di utilizzare il voto di fiducia per approvare il Ddl concorrenza, con la questione dei balneari a fare da sfondo ma neppure troppo. La preoccupazione ventilata dal premier sarebbe appunto stata quella di dover assistere a qualche sabotaggio o rallentamento che mini la possibilità di ricevere quanto predisposto dall'Ue con il Next Generation Eu.

Il messaggio del presidente del Consiglio è che le riforme devono essere approvate in Parlamento in tempo breve. Ma sul Ddl concorrenza non risulta esserci un accordo tra le forze della maggioranza. Sarebbe comunque stato individuato il mese di maggio come periodo limite per far sì che le riforme caldeggiate da Draghi siano approvate.

Non tutti i partiti politici della maggioranza, inoltre, si sono espressi in modo unanime sul da farsi in relazione alla guerra scatenata da Vladimir Putin. Un fattore di destabilizzazione sono di sicuro alcune posizioni assunte da Giuseppe Conte. Per quanto il capo grillino smentisca: "Assolutamente no. Le nostre posizioni sono sempre le stesse. Sono chiare.

Non alziamo nessuna asticella", ha detto l'ex premier giallorosso e gialloverde oggi, rispondendo ad una domanda sul sostegno all'esecutivo in carica da parte del MoVimento 5 Stelle, così come ripercorso dall'Adnkronos.

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