Gaia CesareUna cosa è certa: non è fritta ma in bottiglia. E in poche settimane ha arricchito un ventisettenne inglese e ha fatto registrare il boom di vendite a una start-up canadese. La merce preziosa si chiama aria - non è uno scherzo - e sta andando a ruba in Cina, uno dei Paesi dove respirare è diventato un lusso a causa dei livelli insostenibili di inquinamento. L'ultimo a cimentarsi nell'impresa è stato un giovane britannico di stanza a Hong Kong, che all'inizio aveva preso il progetto con scarsa serietà e molta ironia: «Avevo letto qualche relazione di gente che importava bottiglie d'aria e sembrava anche a me un po' ridicolo, poi ci ho pensato. Anche imbottigliare acqua, quando si cominciò, sembrava ridicolo». Così Leo De Watts, 27 anni, ha sguinzagliato un gruppo di amici per le campagne inglesi, il più lontano possibile dai centri abitati e dallo smog. Retini da pesca adattati per la nuova missione, barattoli di vetro per raccogliere il meglio dell'aria campestre e il lavoro è diventato «AethAer», la società che per il Capodanno cinese, qualche giorno fa, ha messo sul mercato un set da 15 vasi per 888 sterline (oltre mille euro).Le bottiglie sono etichettate per aroma, perché il giovane imprenditore non ha dubbi, ce n'è uno per ogni zona. L'aria del Dorset, nel sud-ovest dell'Inghilterra da cui lui proviene, sa di oceano, quella dello Yorkshire di flora e avanti così con il profumo di Galles, Somerset e Wiltshire. In poche settimane il prodotto ha sbancato. I principali acquirenti sono loro, i cinesi, specialmente i facoltosi residenti di Pechino e Shanghai, le due città in cui l'inquinamento atmosferico è diventato una piaga che in totale, in Cina, causa 1 milione e 600mila morti l'anno, una media di 4mila al giorno. Secondo uno studio presentato al meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science, in Cina e India si registra il 55 per cento dei decessi mondiali. E non è un caso visto che i due Paesi sono in cima alla lista dei più inquinanti del pianeta.Anche per questo il business è ghiotto: è bastato vendere 200 barattoli da 580 millilitri al prezzo di 80 sterline ciascuno (cento euro) e De Watts ha incassato in poche settimane 16mila sterline, oltre 20mila euro. Poco prima dell'imprenditore inglese, lo scorso ottobre era toccato a una start-up canadese scoprire l'aria in bottiglia come elisir di lunga vita non solo per i clienti cinesi, ma per l'azienda stessa. Vitality Air ha venduto il primo stock da 500 bottiglie di aria delle Montagne rocciose in quattro giorni. E la prossima spedizione da 4mila pezzi, destinazione Cina ovviamente, è già sold-out. Anche in questo caso, una partita cominciata per scherzo si è trasformata in un affare serio e proficuo. Moses Lam, co-fondatore della società, ha iniziato con un sacchetto all'asta su eBay per 65 centesimi. Il giorno dopo il prezzo era già schizzato a 135 euro.Qual è il mercato? Nord America, India, Medio Oriente ma soprattutto Cina. Ai clienti basta godersi un'esperienza di pochi secondi, l'apertura delle bottiglie, per sentirsi soddisfatti e qualcuno usa i barattoli di aria fresca come regalo o da tenere in esposizione come un profumo di lusso. «Siamo l'equivalente di Louis Vuitton o Gucci» ha spiegato De Watts alla stampa britannica.Dietro al fenomeno c'è l'emergenza che sta soffocando un pezzo di pianeta. A dicembre scuole e fabbriche si sono fermate in Cina perché i livelli di PM 2.5 - il particolato fine considerato più dannoso per la salute perché penetra a fondo nei polmoni - avevano superato di venti volte i limiti consentiti.
Oltre duecento voli sono stati bloccati a fine anno per la nebbia provocata da gas e sostanze inquinanti. Ma l'allarme è altissimo anche nella provincia di Shandong, nell'Est del Paese, e a Shanghai dove pure i fuochi d'artificio sono stati vietati per il Capodanno cinese per evitare di aggravare la situazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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