Matteo Salvini va processato per sequestro di persona sul caso Diciotti, con i 177 migranti salvati in mare dalla Guardia Costiera e poi bloccati a bordo per giorni dal ministro dell'Interno.
Il tribunale dei ministri di Catania, respingendo la proposta di archiviazione avanzata dalla procura, ha chiesto ieri al Parlamento di autorizzare il procedimento. Ora toccherà al Senato decidere, prima in Giunta (dal prossimo mercoledì) e poi in Aula.
Secondo i giudici, il ministro ha «abusato dei suoi poteri, privando della libertà personale i migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell'unità navale Diciotti». Per questa ragione - sostiene il tribunale dei ministri di Catania - il ministro dell'Interno deve rispondere del reato di sequestro di persona, aggravato dall'aver agito nelle veste di «pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate nonché per averlo commesso anche in danno di soggetti di minore età». Matteo Salvini aveva a suo tempo garantito che non avrebbe mai fatto ricorso all'immunità parlamentare per salvarsi dal processo: «Se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore», dichiarava ad agosto. Ma nel frattempo qualcosa deve essere cambiato perché la Lega già lo blinda e annuncia che voterà no alle richieste della magistratura. Resta da vedere che faranno i Cinque stelle: in Senato, una nutrita fronda si è messa di traverso contro la linea salviniana sull'immigrazione. Ma dal Carroccio ieri si mostravano certi di poter garantire l'immunità e salvare il ministro dal processo: il partito grillino cercherà di blindare l'alleato, sia pur con molti salti mortali visto che nel suo programma aveva giurato che non si sarebbe mai prestato a garantire l'immunità ad un parlamentare. In ogni caso, il centrodestra garantirà con i suoi voti da eventuali défaillance pentastellate. Che già si manifestano: «È un fatto di principio, abbiamo sempre valutato che l'autorizzazione a procedere fosse un atto dovuto», dice la senatrice Paola Nugnes. «È una linea che il M5s ha sempre seguito rispetto a questo genere di votazioni», aggiunge Alberto Airola. L'opposizione ovviamente incalza sulle contraddizioni dei due partiti di governo: «Salvini e Di Maio hanno l'occasione di dimostrare la loro coerenza. Il ministro dell'interno rinunci all'immunità come disse in agosto. E Di Maio non gli consenta di farsi scudo con il privilegio», dice il Pd Dario Parrini.
Ma il leader della Lega, sicuro dell'esito positivo della vicenda in Parlamento, si gode il ruolo di vittima delle persecuzioni giudiziarie, e convoca subito una diretta Facebook durante la quale lancia una sorta di remake del referendum su Cristo e Barabba: «Chiedo al popolo italiano se ritenga che debba continuare a fare il ministro, esercitando i miei diritti e i doveri, oppure se dobbiamo demandare a questo o a quel tribunale le politiche sull'immigrazione» E aggiunge drammatico: «Sono pronto all'ergastolo perché ho bloccato e ribloccherò la procedura di sbarco dei migranti». Prontissimo in verità no, visto che la Lega ha il mandato di negare l'autorizzazione.
In ogni caso l'ergastolo non è previsto, tant'è che lo stesso Salvini poco dopo si abbassa la pena: «Rischio 15 anni di carcere per aver difeso i confini italiani. Lo confesso: l'ho fatto e lo rifarò. Non c'è neanche bisogno del processo». E infatti, con ogni probabilità, il processo lo eviterà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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