Renzi chiude le tendopoli, ma a Norcia scoppia la rivolta

Il premier stila la lista delle priorità dopo il sisma di ieri: "Prima mettere in sicurezza, poi ricostruire"

Renzi chiude le tendopoli, ma a Norcia scoppia la rivolta

"Le cose da fare sono difficili, ma chiare". Nella sua e-news, Matteo Renzi stila la lista delle priorità per le zone colpite dal sisma.

"Primo, mettere in sicurezza. Ne parleremo anche oggi, nel consiglio dei ministri straordinario che abbiamo convocato per le 17, dove saranno presenti anche i 4 Presidenti di Regione, il commissario Errani e il capo della Protezione Civile Curcio", scrive il premier che "chiude" le tendopoli: "Non possiamo avere le tende per qualche mese in montagna, sotto la neve", spiega "Gli alberghi ci sono, per tutti. Ma molti dei nostri connazionali non vogliono lasciare quelle terre nemmeno per qualche settimana. Dunque dovremo gestire al meglio questa prima fase, l'emergenza".

Subito dopo bisogna pensare alla ricostruzione: "Non ci sono morti, stavolta. E questa notizia ci dà enorme sollievo. Ma i danni al patrimonio abitativo, economico, culturale e religioso sono impressionanti. Questi borghi sono l'identità italiana: dovremo ricostruirli tutti, presto e bene", dice Renzi che chiede dei lavori "a regola d'arte" e "con il controllo dell'opinione pubblica e di tutti i cittadini": "Non va sprecato nemmeno un centesimo e dobbiamo dimostrare chi siamo: persone che - a differenza di alcune vicende del passato - sanno fare opere pubbliche senza sprechi e senza ladri".

Ma l'idea di Renzi non piace agli abitanti di Norcia, che hanno inscenato una protesta nel campo sportivo. "Scrivetelo che devono darci le tende", dice il signor Adolfo all'Adnkronos, "I cittadini di Norcia sono abituati al freddo, non ci spaventa. Preferiamo avere una tenda e restare vicino alle nostre case. Ho perso due case, la mia in cui vivevo prima della scossa del 26 è quella in cui ero andato in affitto. Ma voglio restare qui. Non possono prendere e portarci via o darci come alternativa solo la macchina. Devono ascoltarci. Anche perché le tende di adesso non sono teli come quelle di una volta. Sono riscaldate ci staremmo benissimo. Le aree per metterle ci sono, perché imporci gli alberghi? Per cui poi tra l'altro lo Stato spende anche un sacco di soldi?".

"Non dovevano smontare le tende", dicono i residenti al sindaco Nicola Alemanno, contestato nel campo sportivo, come mostra Repubblica, "Si, è vero, le case di Norcia hanno retto alle precedenti scosse, ma le tende sono state smontate troppo presto".

Alla fine l'hanno spuntata gli abitanti. O almeno le 400 persone che potranno essere ospitati nelle tende (collettive e non familiari) che la Protezione civile porterà in zona. "Quattro tende sono già state montate, alcune da stanotte e altre ne arriveranno", ha spiegato il sindaco all'Adnkronos, "In quelle già improntate possono essere ospitate 300-400 persone. Si tratta di un falso problema: prima l'emergenza veniva gestita in un modo, adesso invece la Protezione civile offre un modello diverso.

Dopo il terremoto del 24 agosto erano arrivate le tende che ovviamente sono state smontate una volta terminata l'emergenza. In questa fase avremmo comunque dovuto creare situazioni provvisorie in attesa dei container e al momento dunque sono gli alberghi oppure le tende collettive".

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