Renzi: "Rivedere Dublino". E la sinistra si sveglia solo ora

Matteo Renzi prospetta la cancellazione delle regole del Trattato di Dublino. Il Pd, dal canto suo, pressa per la revisione complessiva dei regolamenti

Renzi: "Rivedere Dublino". E la sinistra si sveglia solo ora

Con la guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina ed un esodo che promette di fare la storia della statistica sui fenomeni migratori, sta montando in Italia il pressing su una revisione complessiva del Trattato di Dublino.

La modifica sulla norma sul Paese di primo approdo, l'introduzione di criteri diversi per la distribuzione ed il dibattito principio di solidarietà: questi sono tra i punti che da sempre vengono discussi. Ma le forze politiche e le nazioni europee non hanno mai trovato la quadra. Rispetto all'Ucraina, per via delle regole persistenti, Dublino disporrebbe che ad occuparsi delle richieste di asilo siano gli Stati in cui migranti e profughi arrivano. In questo approfondimento vengono elencati i passaggi ed i perché della mancata svolta, almeno a livello europeo, in tema dei gestione dei fenomeni migratori.

La presa di posizione del leader d'Italia Viva Matteo Renzi, che nella sua ultima Enews sciorina i numeri relativi ai profughi di guerra che arriveranno nelle nazioni aderenti all'Unione europea dall'Ucraina, non è nuova. L'ex presidente del Consiglio ha scritto "che l’accordo di Dublino è destinato a essere cancellato per sempre". "Cambia totalmente la politica dell'immigrazione e dei profughi da parte dell'Unione Europea - ha rimarcato l'ex premier - ". E ancora:" Sono oltre due milioni le persone che stanno lasciando l'Ucraina per entrare in Europa, soprattutto dalla Polonia. Ricordo che si parlava di invasione quando l'Italia accoglieva 180.000 persone nel 2015: ora i numeri sono esponenzialmente più alti".

Il Partito Democratico si è subito accodato. Il senatore Gianni Pittella risponde al Giornale.it "lo spero" in relazione ad una domanda sul superamento definitivo di quel regolamento, la senatrice Valeria Fedeli, esponente a sua volta del Pd, intende "precisare che i profughi di guerra sono sempre stati accolti" ma che "purtroppo non c'è stato modo ancora oggi di mettere in discussione il Trattato di Dublino".

La Fedeli attribuisce lo stallo al "colpevole ritardo dell'Europa". Poi la specificazione dell'ex ministro dell'Istruzione: "Certo, le ragioni e le condizioni politiche, numeriche ed umanitarie dei profughi dell'Ucraina spingono ad accelerare il cambiamento". Il professor Stefano Ceccanti, altro parlamentare Dem, ci invita a ragionarne con chi si occupa in maniera più stingente della materia ma definisce la prospettiva di un cambiamento "sensata".

Dello stesso avviso è pure l'onorevole Enza Bruno che sottolinea come dal suo punto di vista, per le nazioni senza attracco marittimo, ora la questione

si sia ribaltata.

Per ora l'Unione europea è intervenuta prevedendo la protezione temporanea per le persone che arrivano nel Vecchio continente dall'Ucraina. Il ministro Lamorgese, dal canto suo, ha fatto sapere che il Belpaese è pronto a reggere l'urto.

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