Ora tocca all'autostrada Toninelli ammazza un'altra opera pubblica

Il ministro vuole affossare anche il Passante dell'A1 a Bologna. L'ira di Regione e sindaci

Ora tocca all'autostrada Toninelli ammazza un'altra opera pubblica

Danilo Toninelli è sempre più il ministro senza infrastrutture. Mentre lavora instancabilmente a fermare la Tav, trova il tempo di affossare un'altra grande opera attesa da decenni. L'Italia è distratta dal braccio di ferro sulla Torino-Lione e lui ne approfitta per smontare il progetto del Passante di Bologna, di cui si parla dall'inizio degli anni '90. Chiunque si sia trovato a circumnavigare il capoluogo emiliano passando sull'A1 può capire di che si tratta: il nodo di Bologna, che vede la tangenziale cittadina scorrere parallela all'autostrada, è uno dei passaggi più congestionati dell'Autosole e un incubo per i bolognesi.

Negli anni ci si è scontrati e divisi su diverse soluzioni: costruire un passante a nord della città, realizzarlo a sud, aggiungere corsie all'esistente, creando un «passante di mezzo», soluzione non priva di controversie, ma su cui si era trovato un accordo tra enti locali, Stato e concessionario, Autostrade per l'Italia, chiamato a finanziare l'opera. Tutta un'illusione, perché il 7 dicembre il ministero per le Infrastrutture fa sapere di aver pronto un altro progetto e di averlo comunicato ad Autostrade. Tre possibili varianti, recita la nota di Toninelli, «che garantiscono piena sostenibilità ambientale, un ridottissimo consumo del suolo e costi abbattuti anche del 67%», il tutto con l'obiettivo di «un minor consumo del suolo», priorità grillina che in Emilia Romagna viene subito tradotta così: «È un mini allargamento della strada».

Con gli enti locali è già guerra, anche perché, spiega al Giornale il presidente della Regione, il Pd Stefano Bonaccini, «ci ho messo quattro mesi e dieci giorni per farmi ricevere dal ministro, ci ha chiesto altre due settimane per migliorie al progetto e poi abbiamo appreso a mezzo stampa della comunicazione ad Autostrade». Partono subito gli spintoni, con il ministro che intima a Bonaccini e al sindaco Merola di «smetterla di sbraitare e avere pazienza» e loro che lo richiamano al «garbo istituzionale». Ma al di là della polemica politica, il vero timore è che trent'anni di attesa per un'opera decisiva per il traffico nord-sud finiscano vittime della «decrescita infelice» delle grandi opere.

«Una cosa è certa -dice il deputato Galeazzo Bignami, commissario regionale di Forza Italia- ogni volta che Toninelli apre bocca, Autostrade stappa lo spumante: invece di 700 milioni, con il nuovo progetto ne spenderà 200». La mossa del ministro, tra l'altro, apre un'incrinatura anche nel centrodestra, perché Forza Italia e Lega storicamente hanno sempre sostenuto la soluzione del passante a sud di Bologna osteggiata dal Pd, anche perché, si dice negli ambienti del centrodestra, quel tracciato richiederebbe opere di perforazione della collina bolognese con tecnologie di cui le grandi coop rosse dell'Emilia non dispongono. «Ci stupisce -dice Bignami- che la Lega ora dica che intanto si possono fare le opere minime proposte da Toninelli: allargare solo le uscite dell'autostrada significa al massimo tamponare il problema senza guardare al futuro.

E Autostrade potrebbe dire di aver fatto la sua parte». Il ministro intanto rischia di trovarsi contro il mondo produttivo emiliano e pure i comitati anti Passante, contrari anche al mini allargamento. Sempre che il governo duri abbastanza.

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