Orge gay e foto in Rete: nei guai un parroco

TarantoUno scandalo a luci rosse raccontato in una dettagliata denuncia; diverse pagine corredate da video, fotografie e conversazioni in chat; un articolato dossier che sta scuotendo la chiesa pugliese e ha già provocato un primo deciso intervento: un parroco di una nota chiesa di Taranto è stato infatti sospeso su disposizione della Curia dopo una rapida istruttoria su una vicenda che ha scatenato un terremoto negli ambienti ecclesiastici. Secondo l'accusa il sacerdote sarebbe coinvolto in festini omosessuali e avrebbe alimentato uno scambio di fotografie e indirizzi di preti gay. Ma lo scandalo potrebbe oltrepassare ben presto i confini pugliesi perché nelle carte ci sono riferimenti anche a sacerdoti di altre regioni.

Tutto è cominciato dopo la denuncia di un uomo di 32 anni, di Rovigo: lui, un ex cuoco, molto vicino agli ambienti della Chiesa, ha presentato un esposto al tribunale ecclesiastico regionale. Nel dossier si racconta della conoscenza virtuale con il parroco, avvenuta su facebook : il prete gli avrebbe chiesto l'amicizia on line, da allora sarebbe cominciata un'assidua frequentazione in chat durata tre mesi e caratterizzata da immagini hard e racconti di rapporti omosessuali tra sacerdoti. Il 32enne ha conservato tutto, e ha allegato la documentazione alla denuncia dinanzi al tribunale ecclesiastico. Ma l'uomo ha presentato anche un esposto alla Procura di Rovigo e a breve potrebbe scattare un'inchiesta. Intanto, sulla vicenda è già intervenuta la Curia di Taranto, che ha disposto la sospensione del parroco travolto dallo scandalo «dopo i fatti apparsi sulla stampa - si legge in una nota - sulla condotta moralmente riprovevole e assolutamente non compatibile con il ministero presbiterale».

Nel comunicato si sottolinea che «il sacerdote interessato, che non appartiene alla clero di Taranto, bensì a un ordine religioso, è stato rimosso da monsignor Filippo Santoro dalla cura parrocchiale non appena lo stesso arcivescovo, insieme ad alcuni curiali, ha appurato l'attendibilità dei fatti».

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