Durante le ore della crisi sugli immigrati della nave Ong Sea Watch 3, prendendo spunto dalla notizia del giorno, un parlamentare grillino dice: «Ormai ci sono due Movimenti, non mi sorprenderei se qualcuno cominciasse a parlare di una scissione».
Quella che sembra niente di più che una provocazione, in realtà è una suggestione che circola da tempo in ambienti M5s. Per qualcuno è uno spauracchio, per altri una speranza. Sinistra grillina contro governativi. In uno schema che, dopo qualche mese di quiete apparente, si sta riproponendo negli ultimi giorni. Per gli uomini più vicini al capo politico Luigi Di Maio, «i parlamentari legati a Fico, stanno approfittando del caos creato da Di Battista». Anche se le due strategie, quella dell'ex deputato e quella del presidente della Camera, rimangono separate. Dibba cerca l'asse con Beppe Grillo e Davide Casaleggio, i «fichiani» vogliono mettere sotto pressione il vicepremier pentastellato dall'interno del Palazzo, facendo serpeggiare lo spettro di una serie di abbandoni dei gruppi di Camera e Senato. La prima, amica storica di Fico, a lasciare è stata la senatrice Paola Nugnes. Lo ha fatto con un'intervista concessa, non a caso, al Manifesto sabato scorso. E ieri ha attaccato di nuovo Di Maio sulla Sea Watch: «Avete ancora il 33%, se davvero siete diversi come dite, cercate altre maggioranze in Parlamento ed indebolite, sfinite, questa deriva autoritaria e antiumanitaria».
Il presidente della Camera, ieri, ha creato scompiglio con un'intervista a La Repubblica. In cui Fico, pur senza nominarli, ha annunciato di voler recuperare i meetup. «Non c'è mai stato solo il Blog - ha detto - ma anche un innovativo percorso territoriale, partecipativo, di visione che è da recuperare perché oggi è diventato molto più scarno». Poi ha parlato del «bisogno di parlarci tutti dal vivo» e ridefinire «identità e valori», altrimenti «finiremo calpestati». Oltre alle esternazioni, a preoccupare i vertici c'è l'addio, considerato imminente, della deputata Doriana Sarli, anche lei vicina a Fico. A Montecitorio, ai «fichiani» (tra cui Luigi Gallo, Gilda Sportiello e Sarli), va sommato un gruppo di «battitori liberi» che non risponde più al capo politico. E l'intervista di Fico ha destato malumori anche tra i parlamentari suoi fedelissimi: «Vive nel Paese delle Meraviglie», ha commentato qualcuno. I numeri sono variabili, ma le varie dissidenze potrebbero contare su una ventina di deputati pronti persino ad uscire dal gruppo. Al Senato, se dovessero lasciare il M5s i senatori Matteo Mantero, Virginia La Mura ed Elena Fattori (passati già sotto la lente dei probiviri), la maggioranza gialloverde si reggerebbe solo su un voto.
Intanto il pm Nino Di Matteo, già pupillo dei grillini ed espulso a
maggio scorso dal pool stragi della Dna per un'intervista su La7, ha annunciato la sua candidatura alle suppletive del Csm con la corrente Autonomia e Indipendenza di Piercamillo Davigo, altro riferimento M5s sulla giustizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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