Le ossessioni ecologiste nella lettera dal carcere

Le ossessioni ecologiste nella lettera dal carcere

Ho sempre avuto l'insana idea di intervistare Charlie Manson. L'ultima volta che qualcuno ci aveva provato era stato aggredito da Manson ma io volevo farlo parlare di musica. La musica è stata l'ossessione della sua vita... Voleva fare il musicista, ha inciso diversi dischi, aveva la fissazione dei Beatles e aveva al fianco Brian Wilson dei Beach Boys. Manson stava nel carcere di massima sicurezza di Corcoran, a Los Angeles, e dopo numerosi tentativi di uscire di galera sulla parola era - fino alla malattia - ancora un sorvegliato speciale, nonostante la sua vita in carcere fosse irreprensibile. Una ventina di anni fa ho cominciato a scrivergli lettere, soprattutto elenchi di domande di tutti i generi senza ottenere risposta. Mi dicevano che la maggior parte della posta non la riceveva neppure, che veniva intercettata e controllata dagli agenti penitenziari e io pensavo che, giustamente, lui se ne fregasse altamente di un italiano troppo curioso.

Poi un giorno, inaspettatamente, ho ricevuto una breve lettera firmata Charles Manson accompagnata da due cartoline prestampate: sulla prima cartolina c'era lui, vestito da cowboy davanti ad una baracca... Sulla seconda c'era la famosa foto di lui in manette con stampata la scritta «Buon Natale». La lettera parlava brevemente dell'associazione (non saprei come definirla in altro modo) o del movimento ecologista Atwa (Air, Tree, Water, Animals ovvero aria, alberi, acqua, animali) che i suoi seguaci tenevano viva in suo nome portando avanti fino ad oggi le deliranti idee del loro capo. Sul sito di Atwa si avvertono gli utenti di non inviare soldi e di stare attenti quando si ricevono lettere o posta da Manson, perché potrebbero essere dei clamorosi falsi, ma io ho scritto direttamente al carcere di Corcoran e non ho ragione di dubitare della risposta, ancorché abbastanza deludente perché l'uomo non risponde mai a una domanda che sia una. «Siamo su questa Terra per curare la Natura», ricordo che scriveva, e da un personaggio così violento e fanatico non ci si aspetterebbe una dichiarazione così. Ma lui era un groviglio di contraddizioni, un uomo che girava con una lunga spada sempre a portata di mano nella sua Dune Buggy, con la quale tranciò di netto un orecchio a Gary Hinman, balordo che aveva venduto una partita di droga cattiva a una banda di motociclisti amici di Charlie. Hinman viene ucciso dai ragazzi di Manson e questo è il primo omicidio della cosiddetta «famiglia».

Poi Charlie è sempre più convinto che l'«helter skelter», la rivoluzione secondo la sua interpretazione del White Album dei Beatles, sta arrivando velocemente.

Convince i suoi seguaci a vestirsi di scuro per non farsi notare la notte, girano coltelli e pistole e frasi come «la tua vita non ha valore per me», «morte», «uccidere» diventano parole d'ordine. Alcuni ragazzi, come Paul Watkins, si spaventano e se ne vanno, ricoperti di insulti e minacce. Gli altri, soprattutto le ragazze, sono pronti ad entrare in azione...

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